
Al Teatro del Maggio il Next Generation Fest 2025 (foto Giuseppe Cabras/New Press Photo)
Firenze, 2 giugno 2025 –Supera quota 20mila il numero di ragazze e ragazzi che nel corso di una maratona di 12 ore stanno partecipando alla quarta edizione del Next Generation Fest. L’evento della Generazione Z e Alfa più grande d’Italia, organizzato da Regione Toscana e Giovanisì al Teatro del Maggio di Firenze, volge alle battute finali. Ma è già il tempo di un primo bilancio da parte del presidente Giani. “Abbiamo superato la partecipazione dello scorso anno e siamo orgogliosi di aver trasformato in un momento davvero speciale la Festa della Repubblica”, spiega. Il flusso verso il Teatro da questa mattina non si è mai interrotto e in alcuni momenti le ragazze e i ragazzi accorsi, ma anche tante famiglie, hanno dovuto attendere qualche minuto prima di poter accedere nel foyer e nell’Auditorium. “Ngf rappresenta simbolicamente un passaggio di testimone dai padri costituenti alle nuove generazioni, chiamate a essere protagoniste del futuro democratico del Paese”, osserva con l’occasione Giani, che conclude: “Oggi, 79 anni dopo il referendum del 2 giugno 1946 che vide gli italiani scegliere la Repubblica, celebriamo quella stessa partecipazione civile attraverso i giovani. Il Next Generation Fest è il modo migliore per rinnovare lo spirito dei valori di partecipazione e democrazia alla base della Repubblica e della Costituzione”. Il Next Generation Fest è organizzato dalla Presidenza della Regione Toscana e da Giovanisì, con la collaborazione del Teatro del Maggio Fiorentino. E’ finanziato interamente dal Ministro per lo sport e i giovani, Andrea Abodi, attraverso il Dipartimento per le politiche giovanili e il Servizio civile universale. L’evento si svolge sotto l'alto patrocinio del Parlamento Europeo. Tutti gli speaker - oltre 60 dal mondo dello spettacolo, della società, dei social, della cultura – hanno partecipato alla giornata mettendo a disposizione le loro competenze e la loro esperienza senza alcuna forma di compenso. Una grande generosità che rende ancora più straordinario questo evento dedicato ai giovani e per la quale Regione Toscana riserva un sentito ringraziamento.
Partenza in grande stile con una coreografia ‘digitale’, ispirata ai colori della bandiera italiana, con la platea divisa in tre gruppi e gli schermi dei telefonini che si illuminano e colorano di rosso, bianco e verde.
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Si chiude l’intensa giornata del Next Generation Fest. Bernard Dika, portavoce del presidente Giani e ideatore dell’evento, sale sul palco per ringraziare tutti coloro che hanno contributo.
La quarta edizione della manifestazione, tra chi ha seguito in platea e chi ha girato nell’Expo e nel Village, ha superato le ventimila presenze lungo tutto l’arco dell’intera giornata.
“Il Next Generation Fest – precisa Dika - non è mai stato un impegno di solo un giorno, ma ogni giorno: tutti i giorni in cui ho incontrato ragazzi che hanno seguito i loro sogni e trovato con Giovanisì, il programma per l’autonomia dei giovani della Regione, una luce in fondo al tunnel per rialzarsi e credere in loro stessi”.
L’ultima a salire sul palco prima del gran finale è “Francamente”, cantautrice che ha fatto della queerness e dell’attivismo il centro della propria produzione musicale.
“Datevi tempo” è il messaggio che l'artista rivolge ai giovani in platea. “Le cose richiedono una processualità ed ognuno ha il suo tempo. Prendiamocelo e prendetevelo”. Una sorta di inno al diritto alla lentezza, in un mondo che si muove spesso con frenesia.
L’inclusione è al centro del Next Generation Fest grazie a un’ambasciatrice d’eccezione, l’influencer e ballerina romana con oltre due milioni di follower che ha trasformato la sua sordità in forza creativa.
Jennifer Serpi è molto emozionata, racconta come ha affrontato le esperienze brutte in rete e gli attacchi degli haters. “Mi hanno ferito – dice Jennifer - i cattivi commenti su come parlo, ma alla fine ognuno ha esperienze negative e nessuno deve sentirsi sbagliato, anche se è una cosa che capita a tutti. Dobbiamo imparare ad amarci. Giusti o sbagliati, siamo umani. Dobbiamo accettare anche la negatività perché ci fa vedere la positività. Dobbiamo capire che più siamo diversi più siamo belli”.
“Chi ha una disabilità – conclude - può essere vista come una persona che ha un senso in meno, ma in realtà si può fare tutto lo stesso, anche se con maggiori ostacoli. Non bisogna mai sottovalutare chi ha un senso in meno”.
Il gruppo punk di Montevarchi in provincia di Arezzo, salito alla ribalta con la partecipazione a “X Factor” nel 2024, si racconta in modo molto autentico al Next. “Il Punk è una forma di libertà, ma per noi è stato soprattutto una scelta ‘ignorante’: sapevamo fare solo quello - scherzano -. Poi la musica è diventata una scelta più sociale. Abbiamo un circolo Arci in gestione: siamo circa 30 ragazzi di 25 anni, senza soldi, ma con tante idee e voglia di libertà”. Sul tema del 2 giugno, sulla libertà e la democrazia i ragazzi del gruppo chiudono a modo loro: “Dobbiamo svegliarci, noi giovani. Dobbiamo stare attenti a chi ci vuole indottrinare. Credete sempre e comunque nelle vostre idee”.
Sport, arte e scuola. La passione aiuta a superare ostacoli e muri, anche quelli di chi ti dice che devi scegliere se diventare un nuotatore o un’artista. Lorenzo Zazzeri, due medaglie alle Olimpiadi e molte altre tra europei e mondiali, ha portato avanti tutte e due le carriere e ce l’ha fatta.
“Fin da bambino ho scoperto che mi piaceva nuotare, ma ho provato sempre una grande attrazione per le matite colorate e i fogli di carta. La parola chiave è stata la passione, quella che ti aiuta anche nei giorni ‘no’, e se sono qui e ce l’ho fatta devo ringraziare il bambino che ci ha sempre creduto – dice –: esperienze diverse che mi hanno aiutato ad essere una persona più centrata”. “Il nuoto - spiega - mi ha insegnato che se vuoi il risultato devi soffrire; l’arte, il disegno e la pittura a dare libero sfogo alla mia creatività e respiro alla mia vita. La scuola mi ha offerto una struttura solida su cui poggiare la mia esperienza”.
Lorenzo Baglioni è cantante, autore, presentatore e attore, ex docente di Matematica. E’ divenuto noto con il format delle canzoni didattiche
“Mi trovavo in classe a spiegare la regola di Ruffini sui polinomi e girandomi verso la mia classe vedo le facce perplesse dei miei alunni. Questo mi ha fatto riflettere – dice sul palco di Ngf -: mi sono accorto di usare un linguaggio distante dal loro mondo. Mi sono chiesto: come racconterebbe la regola di Ruffini Guè Pequeno? Si trattava di arrivare ai ragazzi usando un linguaggio a loro familiare. Usando il rap, per esempio”. E proprio con un rap sulla regola di Ruffini chiude la sua partecipazione all’evento
Federico Fusca, food influencer pistoiese da due milioni di followers tra Instagram, Youtube e TikTok e volto televisivo familiare sulle reti Rai, inizia ad essere popolare nei giorni difficili della pandemia, quando è costretto a interrompere il suo lavoro nella ristorazione ritrovandosi in cassa integrazione con sua figlia Greta nata da pochi mesi. Nella cucina dei suoi genitori a Bottegone comincia a girare video destinati ai social, proponendo piatti tradizionali da gustare e replicare.
“Vengo da diciassette anni di vera cucina e sono rimasto senza lavoro. Il mio è un percorso che nasce dalla necessità ma anche dall’ambizione di esprimere me stesso nel mio settore e senza vincoli. L’autenticità è quello che più ci rappresenta ed il modo di preparare i piatti. Il mio modo di stare sui social è anche il mio modo di cucinare ed essere nella realtà."
Imprenditore, divulgatore esperto di digitale, personaggio mediatico con oltre tre milioni e mezzo di follower, Marco Montemagno ha interagito direttamente con il pubblico del Next Generation Fest con alcuni esperimenti.
“Oggi c’è un’occasione senza precedenti: l’Intelligenza artificiale - ha spiegato l’imprenditore - Ci sono alcuni blocchi in tema di tecnologia. Un problema è l’automatismo: quando si parla di un tema, come l’AI, dobbiamo considerare che ci sono mille soluzioni diverse, non solo un unico concetto. Dobbiamo parlare di tecnologia con umiltà, valutare e capire prima di dare giudizi. Ogni giorno puoi trovare un’idea di business valutata a fondo dall’intelligenza artificiale. Ci sono mille idee in circolo, ma voi dovete essere pronti e preparati a prendere al volo ogni opportunità senza pregiudizi”.
Tante le domande del pubblico al divulgatore digitale, soprattutto legate alle modalità con cui utilizzare l’intelligenza artificiale. “Ricordatevi - ha concluso -, che tutte quelle che sono le esperienze fisiche, come il teatro, sono insostituibili. Io sono per il team umanità, non per il team intelligenza artificiale”.
I medici possono diventare supereoi. Nel caso del piccolo Roberto il medico Giuseppe Santoro della Fondazione Monasterio sicuramente lo è diventato, tanto che il piccolo paziente ha voluto a Carnevale vestire i panni del dottore che lo ha operato per un problema al cuore: camice, cuffia in testa, copriscarpe e stetoscopio al collo.
"Ho scelto di fare il medico perché mi piace ed affascina questo mondo, soprattuto la medicina pediatrica” confessa il professionista. La sua presenza sul palco è l’occasione per un ringraziamento a tutti coloro che lavorano negli ospedali e negli ambulatori e laboratori medici della Toscana.
La Regione ogni anno investe più di otto miliardi sulla sanità pubblica, dei dieci che compongono il bilancio regionale, per rispondere ai bisogni dei salute di tutti i cittadini.
NGF25 ricorda Sammy, il biologo affetto da progeria, malattia rara per cui è morto a 28 anni. Sammy è stato anche uno dei protagonisti del Next Generation Fest, nell’edizione del 2023.
“L’ho conosciuto – dice Jakidale, durante il suo intervento -, ma avrei voluto conoscerlo meglio. Sammy era veramente un genio, prima o poi racconterò tutti i suoi lavori. Il suo corpo non gli permetteva di fare tutto, ma aveva tanta energia. Grazie Sammy e ai Sammy Runners che portano avanti la sua missione”.
Youtuber da due milioni di followers nel suo laboratorio, Jakidale costruisce meccanismi sperimentali più improbabili, con la sua telecamera esplora il mondo senza sosta ed ha provato ad arrivare a Firenze indossando un esoscheletro messo a punto per l’occasione.
Anche lui si sofferma sul rapporto con l'intelligenza artificiale: “Bisogna sempre aver l’accortezza di non fare totale affidamento su tecnologie avanzate come l’AI". "ChatGpt sbaglia, qualche volta di brutto - taglia corto -, l’importante è mantenere il controllo e verificare sempre. Tendo sempre ad usare l’errore per riciclarlo in qualcosa che funziona: è un attitudine alla sperimentazione e l’interesse a sapere come funzionano le cose che si impara da piccoli e nel mio caso con l’incoraggiamento dei genitori".
Riguardo alla sua esperienza: “Sono partito con i videogiochi, da vero nerd, e questa passione è cresciuta insieme a me in un mondo digitale con poche regole. Oggi è diverso e le responsabilità sono cresciute. Ogni forma di tecnologia porta svantaggi e vantaggi ma è tendenzialmente migliorativa. Molto difficile prevedere quello che accadrà, ma in ogni caso il nostro compito è imparare ad usarla e farla propria. Qualche volta fare un video richiede un lavoro di settimane, altre mesi e in qualche caso tutto si realizza in tempi più brevi. E’ un continuo processo di assimilazione di cose nuove.
Cantanti, attori, ballerini, performer di musical, dopo aver partecipato al programma “Ballando con le stelle”, Ginevra Mantovani e Francesco Perlamagna si sono esibiti anche sul palco del Next. A proposito del loro successo, raggiunto da giovanissimi, Ginevra Mantovani ha confidato: “Abbiamo la scuola, gli amici e la famiglia, ma abbiamo anche un obiettivo forte, ossia diventare ballerini di professione. Per questo non ci pesa allenarci tanto.” “La partecipazione a Ballando con le Stelle? - racconta Francesco Perlamagna - E’ stato il massimo, come per un calciatore esordire in Champions”.
Attore, doppiatore, conduttore radiofonico, Luca Ward nel campo del doppiaggio è noto in particolar modo per essere la voce italiana principale di Keanu Reeves e Russell Crowe una delle voci ricorrenti di Samuel L. Jackson.
“Riesco anche a doppiare cartoni animati – confessa Ward - ma è un settore dove nessuno mi ha mai chiamato”.
Riguardo all’AI non ha dubbi: “Forse avrà un futuro in campo medico, ma mai nel doppiaggio e dove serve umanità e creatività”. Perchè “non esistono voci belle o brutte: esistono voci che hanno una personalità, quello che l’intelligenza artificiale non avrà mai”.
“Nel doppiaggio - spiega - è necessario collegare anima, cuore, cervello: ci vuole impegno. Io ho imparato registrando la mia voce su un registratore Revox e correggendo da solo i miei errori”.
Poi approfondisce il rapporto con le passioni, le capacità personali, la carriera. “Sono un autodidatta che ci ha creduto, non ha voluto fermarsi, non si è arreso. Ho scritto un libro dedicato a quelli che credono di non farcela. Mi sono sentito dire migliaia di no, non ce la farai mai. In famiglia nonno e papà erano i doppiatori di Fernandel, James Coburn, quasi tutti mi dicevano: non sarai mai come loro”.
Attore, doppiatore, conduttore radiofonico, Luca Ward nel campo del doppiaggio è noto in particolar modo per essere la voce italiana principale di Keanu Reeves e Russell Crowe una delle voci ricorrenti di Samuel L. Jackson.
“Riesco anche a doppiare cartoni animati – confessa Ward - ma è un settore dove nessuno mi ha mai chiamato”.
Riguardo all’AI non ha dubbi: “Forse avrà un futuro in campo medico, ma mai nel doppiaggio e dove serve umanità e creatività”. Perchè “non esistono voci belle o brutte: esistono voci che hanno una personalità, quello che l’intelligenza artificiale non avrà mai”.
“Nel doppiaggio - spiega - è necessario collegare anima, cuore, cervello: ci vuole impegno. Io ho imparato registrando la mia voce su un registratore Revox e correggendo da solo i miei errori”.
Poi approfondisce il rapporto con le passioni, le capacità personali, la carriera. “Sono un autodidatta che ci ha creduto, non ha voluto fermarsi, non si è arreso. Ho scritto un libro dedicato a quelli che credono di non farcela. Mi sono sentito dire migliaia di no, non ce la farai mai. In famiglia nonno e papà erano i doppiatori di Fernandel, James Coburn, quasi tutti mi dicevano: non sarai mai come loro”.
Attore, doppiatore, conduttore radiofonico, Luca Ward nel campo del doppiaggio è noto in particolar modo per essere la voce italiana principale di Keanu Reeves e Russell Crowe una delle voci ricorrenti di Samuel L. Jackson.
“Riesco anche a doppiare cartoni animati – confessa Ward - ma è un settore dove nessuno mi ha mai chiamato”.
Riguardo all’AI non ha dubbi: “Forse avrà un futuro in campo medico, ma mai nel doppiaggio e dove serve umanità e creatività”. Perchè “non esistono voci belle o brutte: esistono voci che hanno una personalità, quello che l’intelligenza artificiale non avrà mai”.
“Nel doppiaggio - spiega - è necessario collegare anima, cuore, cervello: ci vuole impegno. Io ho imparato registrando la mia voce su un registratore Revox e correggendo da solo i miei errori”.
Poi approfondisce il rapporto con le passioni, le capacità personali, la carriera. “Sono un autodidatta che ci ha creduto, non ha voluto fermarsi, non si è arreso. Ho scritto un libro dedicato a quelli che credono di non farcela. Mi sono sentito dire migliaia di no, non ce la farai mai. In famiglia nonno e papà erano i doppiatori di Fernandel, James Coburn, quasi tutti mi dicevano: non sarai mai come loro”.
Attore, doppiatore, conduttore radiofonico, Luca Ward nel campo del doppiaggio è noto in particolar modo per essere la voce italiana principale di Keanu Reeves e Russell Crowe una delle voci ricorrenti di Samuel L. Jackson.
“Riesco anche a doppiare cartoni animati – confessa Ward - ma è un settore dove nessuno mi ha mai chiamato”.
Riguardo all’AI non ha dubbi: “Forse avrà un futuro in campo medico, ma mai nel doppiaggio e dove serve umanità e creatività”. Perchè “non esistono voci belle o brutte: esistono voci che hanno una personalità, quello che l’intelligenza artificiale non avrà mai”.
“Nel doppiaggio - spiega - è necessario collegare anima, cuore, cervello: ci vuole impegno. Io ho imparato registrando la mia voce su un registratore Revox e correggendo da solo i miei errori”.
Poi approfondisce il rapporto con le passioni, le capacità personali, la carriera. “Sono un autodidatta che ci ha creduto, non ha voluto fermarsi, non si è arreso. Ho scritto un libro dedicato a quelli che credono di non farcela. Mi sono sentito dire migliaia di no, non ce la farai mai. In famiglia nonno e papà erano i doppiatori di Fernandel, James Coburn, quasi tutti mi dicevano: non sarai mai come loro”.
Fabrizio Romano, in collegamento da Madrid, ha incontrato il pubblico del Next Generation Fest. Il giornalista sportivo più seguito al mondo, colui che ha coniato il motto “Here we go”, ha parlato di tanti argomenti legati allo sport, anche sul fronte della tecnologia.
“Sono a Madrid - spiega Romano -, dove uno dei giocatori più forti al mondo, Nico Paz, è oggetto di valutazione da parte del Real Madrid. Il mio successo, nato con il tormentone ‘here we go’, è stato una cosa spontanea, senza strategia”.
A proposito del giornalismo sportivo sui social, Romano spiega: “Le lingue sono fondamentali, non abbiate paura di sbagliare, studiate e portate l'eccellenza dell’Italia all’estero. Invece vi sorprenderò dicendo che non uso l’intelligenza artificiale”.
Per quanto riguarda il futuro del calciomercato: “Tanti club stanno utilizzando i big data per valutare i singoli giocatori. Comunque la presenza sul campo è sempre fondamentale”.
Cantante, ma dal 2024 anche attrice. Veronica Lucchesi, voce de “La rappresentante di lista”, racconta l’esperienza nel film “Gloria!”, dedicato alle orfane, donne reiette o abbandonate accolte istituti, educate alla musica ma costrette a suonare solo per la gloria di Dio. Una storia di libertà negata e talento puro sprecato.
Tanti giovani oggi non si sentono all’altezza. “Non ho alcune soluzione – premette -. Posso raccontare la mia esperienza. La cosa più bella che mi è piaciuto incontrare è sbagliare. Da quegli errori ho scoperto la mia altezza, senza guardare all’altezza degli altri”.
“Non esistono canoni prefissati – prosegue -. La vita è un laboratorio e noi siamo lì a fare esperienze, scegliere da che parte stare. Importa sentirsi bene, anche nel disagio”. “Provare ad esistere è la cosa più importante – conclude – che è molto diversa dal resistere”.
Il Next Generation Fest racconta il progetto Giovanisicuri, promosso dalla Regione Toscana insieme a Federazione Regionale delle Misericordie, Anpas, Croce Rossa e Cesvot: un progetto rivolto alle scuole toscane che ha permesso a dodicimila studenti di frequentare corsi di primo soccorso.
“Ringrazio il presidente Giani - ha dichiarato Bernard Dika a proposito del progetto - perché con questa iniziativa tanti ragazzi hanno anche imparato a usare il defibrillatore. Ricordo che proprio lo scorso anno, al Next Generation Fest, abbiamo premiato Niccolò Ricci, studente che ha salvato la custode della scuola proprio grazie alla manovra di Heimlich, imparata al corso di primo soccorso”.
Anche il presidente Eugenio Giani ha ringraziato il mondo del volontariato: “Molti defibrillatori sono stati donati alle scuole, ma è necessario che qualcuno li sappia utilizzare, altrimenti non hanno valore. Ringrazio di cuore tutte le organizzazioni di volontariato, realtà in cui la Toscana ha un primato. Ricordo che il servizio di emergenza-urgenza dell’ambulanza è gestito unicamente dalle cinquecentocinquanta organizzazioni di volontariato, che sono più del doppio dei Comuni della Toscana. Solo in Toscana succede questo, in altre regioni si appalta il servizio”. “Invito i giovani – conclude - a donare parte del loro tempo per il benessere della comunità e fare volontariato”.
Il Next Generation Fest si alza in piedi per accogliere Teresa Manes, madre di Andrea Spezzacatena, che a quindici anni nel 2012 si è tolto la vita impiccandosi perché non sopportava più il peso del bullismo dei suoi compagni di scuola. Da allora la donna ha trasformato la tragedia del figlio in un impegno a scuola e tra i giovani. Oggi Teresa si impegna per sensibilizzare giovani e scuola verso le tematiche del bullismo e del cyberbullismo. “Sono qui per raccontare una storia che molti conoscono”, afferma Teresa. “Nel 2012 – aggiunge -, erano le quattro e mezzo del mezzo del pomeriggio e dovevo andare ad un colloquio di lavoro. Anticipo una telefonata che dovevo fare a mio figlio e sento gridare “aiuto”. Attraverso di nuovo il corridoio, il numero non era più raggiungibile e chiamo l’operatore cercando di rintracciarla. Capisco da una telefonata a mio padre che la voce era quello di mio figlio che si era impiccato.
Poi il viaggio, il pensiero a quel gesto che mi sembrava incomprensibile, la ricerca delle ragioni di quel gesto. Me lo sono ricordato triste e sconsolato, il giorno di San Valentino. Ma era novembre, erano passati mesi. Mi sono ritrovata nel cortile dell’obitorio a riconoscere un corpo che non volevo”. “Da una telefonata di una rappresentante della sua classe – ricorda Teresa - comprendo che mio figlio era stato oggetto di bullismo ed era stata aperta addirittura una pagina per deridere il presunto orientamento sessuale: ‘Il ragazzo con i pantaloni rosa’. Quello che troverò nelle chat saranno parole di bullismo, violenza, il pozzo nero di depressione nel quale era caduto Andrea, fino ad un primo tentativo di suicidio”.
Nelle chat scriveva Andrea “corro e faccio sport così tanto per mortificare il mio corpo”. A distanza di anni la storia di Andrea, grazie anche al film campione di incassi “Il ragazzo con i pantaloni rosa” è una storia che denuncia il pregiudizio, i giudizi affrettati, la superficialità. Teresa ha scritto quattro libri, tutti dedicati al figlio. Attiva nel sociale, ha fondato l’Associazione italiana prevenzione bullismo e ha seguito l’approvazione della prima legge contro il cyberbullismo, pubblicata nel 2017. Nel 2022 ha ricevuto la nomina di Cavaliere della Repubblica dalle mani del Presidente Sergio Mattarella. “L’invito che vorrei rivolgere a tutti – conclude Teresa - è rifiutare di appartenere a gruppi inospitali, che non ti accettano, che giudicano. Cambiate gruppo. Se avessi taciuto avrei ucciso mio figlio un’altra volta”.
A tu per tu con Andrea Delogu, conduttrice di radio e televisione, attrice e scrittrice che su Rai2, con “La porta magica”, racconta al grande pubblico con ironia e sensibilità la vita delle persone offrendo loro la possibilità di realizzare un desiderio: una finestra sul presente e uno spazio di confronto. Ai duemila giovani della platea del Next Generation Fest lascia due insegnamenti e consigli: “Studiate bene le lingue, tutte – raccomanda -. Io non l’ho fatto abbastanza ed ho perso così molte occasioni”. “ E poi – aggiunge - concentratevi sulla vostre passioni, perché non puoi mentire al pubblico. Devi raccontare quello che conosci”. Il segreto non solo per la professione di divulgatore.
Margherita Vicario, è cantautrice e regista, alla sua opera prima: “Gloria!” ha vinto tre David di Donatello. Al pubblico del Next Generation Fest lancia due messaggi. Il primo è strettamente legato al 2 giugno: “Non sottovalutiamo mai la libertà”. Il secondo riguarda l’uguaglianza delle donne: “Nel passato tanti talenti femminili oscurati”. A proposito di “Gloria!” racconta: “E’ una storia di fantasia, ma ispirata alla realtà. Parlo delle orfane, donne reiette o abbandonate, accolte in istituti, dove venivano educate alla musica. La condizione, però, era suonare solo per la gloria di dio, da cui il titolo del film. Quando ho scoperto queste storie ho provato un po’ di dolore, perché tante musiciste eccellenti potevano suonare solo dentro le mura degli istituti, senza emergere o poter lavorare con il proprio talento. Penso alle tante donne geniali che non sono riuscite ad emergere. Noi siamo fortunati a vivere in un contesto di libertà”.
“Cerco sempre di fare comicità toscana con un tratto critico, dato che si raccontano sempre fatti che ci riguardano da vicino”, spiega Andrea di Raimo, in arte Shamzy, comedy creator toscano doc, accolto fragorosamente dalla platea. “Ironizzare su momenti di vita quotidiana – dice - vuol dire alimentare quel senso critico che è sempre necessario".
“Ho iniziato a fare video senza aspettative - racconta -, lavorando alla giornata. Con il tempo, quando incontri le persone e ti riconoscono allora comprendi che questa potrebbe essere la tua strada. Lo spunto viene di getto e poi ci lavoro improvvisando". “Credo che serva talento e costanza: esiste il colpo di fortuna, ma va aspettato e coltivato, facendosi trovare pronti”, aggiunge shamzy. “Solo così si riesce a comprendere la propria vera natura: magari hai sempre avuto questa capacità di coltivare il proprio ego ed è necessario lavorare perché questo diventi un mestiere. Essere solo conosciuti non cambia le cose”.
Al centro del Next la responsabilizzazione dei giovani, e non solo, all’educazione stradale. A questo proposito sullo schermo del Teatro del Maggio arriva il corto “Amore per due ore”. Il film ha vinto il festival #24FrameAlSecondo, dedicato alla memoria di Francesco Valdiserri e Lorenzo Guarnieri, vittime di omicidio stradale, e organizzato dalle associazioni che li ricordano. E sul main stage salgono con le loro toccanti testimonianze i due “padri coraggio”, Stefano Guarnieri e Luca Valdiserri, impegnati con le rispettive associazioni nel promuovere politiche di prevenzione.
“Abbiamo sempre cercato di tenere viva la memoria dei nostri figli facendo cose per i giovani - dice Luca Valdiserri -. Abbiamo pensato a questo concorso di cortometraggi per registi under 25, con Paola Cortellesi come presidente di giuria. Sono arrivati tantissimi contributi: una scommessa vinta”. “Esattamente quindici anni fa - ricorda Stefano Guarnieri - Lorenzo veniva ucciso da un uomo alla guida sotto l’effetto di stupefacenti. Luca e Paola, padre e madre di Francesco, mi hanno fatto capire che dobbiamo parlare ai giovani con un linguaggio che sia vicino a voi. Per questo abbiamo scelto il video. Il film che ha vinto parla della necessità di amore. Il vero ‘sballo’ è l’amore, non l’alcol o la droga. Lorenzo e Francesco ci hanno trasmesso tanto amore. Volevo ringraziare anche voi, ragazzi, perché farete in modo di cambiare il nostro modello di mobilità stradale, oggi basato sulla sopraffazione, in modello di amore e rispetto”.
Parentesi dedicata alle moto e ai videogiochi sul palco del Next Generation Fest. Carolina Tedeschi, creator emiliana, si occupa del mondo delle corse, e Cydonia di videogiochi, di Pokemon e cultura giapponese, streamer tra i più seguiti in Italia. “Il mondo della moto ci riguarda più di vicino di quanto si possa pensare - dice Carolina - Quello che sviene sviluppato oggi in tema di sostenibilità, sui carburanti completamente biologici ad esempio, lo troveremo domani applicato alle auto che usiamo tutti i giorni”.
Cydonia ripercorre il suo inizio, nel 2015, quasi per caso. “Volevo raccontare i videogiochi da una prospettiva diversa – ricorda -, come forma di narrazione e intrattenimento che può aiutare a confrontarsi con la realtà. Non c’era all’inizio molta progettualità, ma dopo alcuni mesi ho capito che mi piaceva e poteva funzionare”. Appassionato di cultura giapponese, il pezzo più caro che conserva a casa è un Gameboy, una consolle portatile per giocare, da esposizione, alta quanto una persona ma funzionante.
A premiarli sono Antonio Mazzeo, presidente del consiglio regionale, e Francesco Gazzetti, presidente della Commissione Europa in consiglio regionale. “Entrando ho trovato un’energia unica: davvero una giornata bella” commenta Mazzeo. “Siete il volto più bello della Toscana – aggiunge rivolto al pubblico - Avanti così, con coraggio, speranza e fiducia, ponendovi sempre domande e senza dare per scontato che tutto quello che viviamo oggi sarà sempre così”.“Siete il volto e l’energia della Toscana che vogliamo coltivare – si complimenta Gazzetti - e queste giornate ci servono per metterci in connessione con le nuove generazioni”.
Il Next Generation Fest si sofferma sulla parità di genere con Cristina Manetti, capo di gabinetto della Regione Toscana, ideatrice della manifestazione “La Toscana delle donne”, e Francesca Florio, avvocata penalista, autrice e scrittrice in prima linea contro la violenza di genere. “Oggi è sempre più urgente sedare il dibattito sui social che tende a portare la violenza di genere come tema divisivo tra uomini e donne, che diventano due squadre, di carnefici e vittime, in base al genere”, osserva Florio. “E’ pericoloso anche spersonalizzare – ammonisce - , pensando che a noi non accadrà mai. Occorre iniziare a parlare di questo tema come membri di una comunità, come sentinelle. L’attenzione collettiva è fondamentale: siamo tutti garanti della sicurezza delle donne”
Per Cristina Manetti, “il dramma che oggi conosciamo è sul volto di ragazzine che sono state uccise, come Martina, l’ultima di una lunga serie. L’affermazione dei diritti delle donne deve fare lo stesso cammino della lotta alla violenza di genere. Il mio impegno è raccontare i diritti”. “Oggi – aggiunge - è anche l’anniversario del suffragio universale alle donne, il 2 giugno 1946. Tredici milioni di donne sono andate a votare, hanno potuto scegliere. E’ stata una crescita per tutta la nostra comunità. Dobbiamo continuare a portare avanti le nostre esigenze e lo possiamo fare sempre insieme, soprattutto con voi giovani. Dobbiamo imparare a rispettarci per quello che siamo”. Sul palco viene proiettata una foto Locchi che ritrae una donna ai seggi il 2 giugno del 1946. “Vediamo una signora che aspetta di votare, addirittura seduta su un panchetto, immagine che dà l’idea dell’importanza del momento”, spiega Manetti, che ha scelto quella foto e che conclude con un appello: “Andate a votare. Non diamo per scontato il voto, ricordiamoci della fatica delle nostre nonne per raggiungere questo traguardo”.
Al secolo Elisa De Marco, scrittrice e youtuber. nell’ottobre del 2020 apre un canale YouTube per condividere sul web video in cui parla di investigazioni e fatti di cronaca nera. Elisa True Crime diventa un podcast e nel 2023 si afferma come la serie italiana più ascoltata su Spotify. Quando la chiamano sul main stage di NGF25, è tra gli speaker più acclamati.
“Fa sempre un’impressione positiva un numero così alto di ascolti”, dice Elisa raccontando la sua epserienza. “Dagli inizi – prosegue - sono cambiate molte cose. Ho iniziato in Cina in modo super spontaneo e senza troppe aspettative. Oggi siamo una piccola media company e quindi il lavoro di ricerca e preparazione del podcast è cambiato”.
Si è evoluta anche la sua missione: “Diffondere consapevolezza, poter scegliere e creare empatia”. “Cerco sempre di passare messaggi che sono utili anche a me- continua Elisa De Marco - Le storie contengono campanelli d’allarme, dettagli e risvolti che portano a riflettere. Raccontare anche la parte che va oltre la storia crime, il contesto, è importante quanto la storia in sé”. “Uno dei momenti che mi ha dato la dimensione del valore dei miei podcast – conclude - è saperli visti assieme da genitori e figli: ci sono mamme che mi hanno raccontato di aver recuperato il rapporto con le proprie figlie ascoltando assieme i tuoi podcast”.
La sfida oggi dell’intelligenza artificiale è la stessa di quindici anni fa. Riguarda la raccolta e la trasformazione dei dati disseminati in rete. “Non sappiamo ancora cosa ci potremo fare nei prossimi anni – dice Marcello Albergoni, country manager di LinkedIn Italia - , ma di sicuro è una grande opportunità. Non guardiamola dunque con una minaccia: ci farà risparmiare tempo in alcune attività lasciandoci spazio in quello che solo gli essere umani possono fare”. Per Albergoni l’abilità nell’uso dell’intelligenza artificiale, “che non è roba solo da smanettoni”, è tra le competenze più ricercate dalle aziende che cercano oggi nuovo collaboratori e dipendenti. Firenze, snocciola ancora qualche dato, è tra le città che offrono maggiori possibilità in Italia a chi ha una laurea magistrale: marketing, comunicazione ma anche la ristorazione i settori con le maggiori offerte”. Un consiglio? “Coltivate relazioni e ‘connessioni’. Ancora oggi il lavoro si trova così. E non sparate curriculum a caso: selezionate e seguite le aziende che più vi piacciono”.
Il programma di NGF25 continua con la performance e l’intervista di un altro ventenne, molto amato dai giovani. Centomilacarie, cantautore polistrumentista, ha raggiunto il successo grazie a un talento musicale dirompente. Ma non solo. La forza delle sue canzoni, scomode e volutamente disturbanti, deriva dalla difficoltà di leggere gli spartiti che lui stesso scrive, a causa di una forma di dislessia e disgrafia. Nonostante le difficoltà, il cantante non ha mai mollato. “Il mio nome è stato creato da me, da un fastidio. La musica la sento in maniera naturale, ma ho anche altre particolarità, che però fanno parte di me. Ho problemi di dislessia e disgrafia, ma sono particolarità che non limitano la vita. Ci sono problemi più gravi. Quando suono non so cosa sto facendo, la musica arriva e mi diverto”.
Libertà di espressione. Per Mida, cantautore italo-venezuelano classe 1999 che si esibisce al pomeriggio sul palco del Next Generation Fest, è quello il diritto più importante garantito dalla Costituzione italiana è quello dell’articolo 21. Per chi fa delle parole il proprio lavoro è essenziale, ma è un diritto fondamentale per tutti. “Naturalmente chi canta (come chi scrive o parla al pubblico) ha una responsabilità – si sofferma durante l’intervista -: quella di comunicare cose postitive, senza per forza voler essere insegnanti”. Il superpotere delle nuove generazioni? “Quello di essere tutti superconnessi e delle spugne”. Gli chiedono si sente un ribelle. “In parte lo sono, ma in questo lavoro e nel coltivare qualsiasi talento è importante anche la disciplina”.
Studentessa, titoker da centinaia di migliaia di follower, è comunque definita "la ragazza della porta accanto". A Ngf parla prima della sua presenza sui social: “Cerco sempre di raccontarmi in modo autentico senza nascondere le incertezze delle ragazze della mia età. Cercare l’immagine perfetta non mi ha mai aiutato e invece cercare di creare un legame più autentico e diretto con i miei followers è stato per me molto più fruttuoso. Non è facile farlo: scorrendo i social spesso trovo persone che cercano di apparire ‘perfette’ e invece mostrano solo frammenti della loro personalità”.
Poi si sofferma sulla Festa del 2 giugno: “Oggi è una giornata importante. Lo Stato siamo noi ed il nostro compito è quello di far sentire la nostra voce”.
Quello di Niccolò Govoni è un’ impegno a tutto campo e pervasivo contro la fame del mondo e per il diritto all’istruzione di chi vive ai margini della società in contesti disagiati. “La fame non la puoi ignorare, non può stare nel cassetto – racconta - Quello che ho visto in India mi ha portato ad impegnarmi per provare a cambiare il mondo, garantendo il diritto all’istruzione ai profughi e rifugiati e agli studenti dei contesti più disagiati. Dall’India, visitata la prima volta nel 2013, e dai campi profughi in Palestina e Grecia visitati nel 2017 nasce l’idea dell’associazione “Still I Rise” che fonda nel 2018 e che oggi opera anche in America Latina e in Africa. “Abbiamo preso l’istruzione delle elite e dei ricchi nel mondo e l’abbiamo ‘sporcata’ portando quel modello gratuitamente dove sembrava impossibile potesse esistere” racconta. “Il talento e la predisposizione esistono – conclude -, ma pensare che il talento possa essere solo innato e non sviluppato ci mette in una prospettiva sbagliata. E’ la perseveranza che fa la differenza”.
Martin Castrogiovanni, già colonna della Nazionale italiana di rugby e oggi conduttore televisivo, porta la sua esperienza a Ngf 25. “Quello che distingue il rugby – afferma - è la sua natura di sport di gruppo. Nel rugby si corre guardando indietro verso i compagni e questo ti regala una prospettiva nuova di vedere le cose e il senso della presenza degli altri”. Riguardo al significato di vittoria e sconfitta, “Ho imparato più perdendo che vincendo”. Le sconfitte, prosegue . “devi accettarle come punto di partenza per iniziare nuovi percorsi”. “Nessun gruppo, nessuna squadra si forma da un giorno all’altro”. “Lo sport – aggiunge - forma la vita, nella sua disciplina e nei suoi valori e questo è quello che più conta”. “Questo – continua Castrogiovanni – vale nel confronto con tutti, anche con le persone diversamente abili”. “Ne ho seguite diversi – conclude Catrogiovanni parlando della ‘sua’ Castro Rugby Academy – li considero non persone disabili ma atleti su sedia a rotelle, e quello che sono riusciti a darmi ha un gran significato”.
Sul palco principale sale la psicoterapeuta e scrittrice Stefania Andreoli, che parla “da adolescente che ha fatto l’adolescente”, ovvero “quello che di norma le famiglia non desidera che si faccia”.
“Essere adolescenti – dice - significa trasgredire, è nel codice nell’età, e quindi scontentare è il mestiere dell’adolescente. Se si riesce a farlo abbiamo la certezza di aver compiuto il proprio percorso di crescita. La trasgressione finisce dove inizia il reato e questo è il limite che tutti devono osservare”.
La ripresa pomeridiana del Next Generation Fest 2025 segna il passaggio della conduzione da Chiara Piotto a Gabriele Vagnato. Prima ospite del pomeriggio è Annabeat, ballerina e modella professionista, stella della street dance e famosa per le sue esibizioni a X Factor e Sanremo, in tour con “SferaEbbasta e Elodie. Con lei i suoi piccoli allievi, i Dynamix Kidz, già destinatari di riconoscimenti all’Eurovision Kids in Spagna. “Vorrei trasmettere a loro, a chi cresce con la passione per la danza, quello che ha ispirato me: divertirsi sempre”.
“Dobbiamo capire che non dobbiamo ostentare segni di potenza e di forza” spiega Antonino Tamburello, medico, neuropsichiatra e psicoterapeuta cognitivo-comportamentale. “E’ necessario prima capire chi siamo e cosa è importante per noi – dice -. La mia famiglia mi ha sempre considerato destinatario di qualcosa di speciale e unico. Non capita spesso: molti non possono raccontare la stessa storia e non ricevono la stessa fiducia”. Per Tamburello nella vita reale dobbiamo prepararci all’incontro con la paura, l’incertezza e la necessità di chiedere aiuto. “Si cresce – ricorda - chiedendo aiuto ed il potere immenso che c’è nella nostra libertà nell’affrontare le difficoltà è infinito”. “Le sconfitte e i successi sono solo nelle parole dei giudici e dei commentatori che guardano senza interesse – annota -, ma le paure vere sono poche: è non avere cibo e indumenti, un tetto e un posto per vivere. Il resto è affrontare la vita sperimentando il rischio di esperienze, di paure e tensione. Non dimentichiamolo mai: nessun trauma ci viene inflitto senza il nostro consenso. Neghiamolo. Sempre”.
Carismatica ed eclettica, acclamata dalla platea del Next Generation Fest che l’accoglie con affetto, l’attrice e conduttrice Ambra Angiolini parla ai giovani delle “sconfitte che non devono mai diventare un macigno”, racconta il suo problema con la bulimia. Rivendica la liberta di sbagliare e l’andare contro gli stereotipi, perché “ non c’è mai un motivo valido per annullare se stessi e diventare un’altra persona”.

Si racconta anche come mamma. Sottolinea come la poesia e il teatro possano aiutarti a crescere, come “un tagliando periodico per i nostri organi”. “In un mondo che tenta di farci apparire tutti sani e tutti a posto, - riflette - le ferite a vista mi sembrano la cosa più interessante da raccontarvi”. Dei ragazzi registra “il senso e la voglia di esserci e il loro impegno che è molto più grande di quanto sembra”. ”Come adulti – dice - dovremmo essere bravi a non spegnere questa luce e questa loro sensazione di poter cambiare il mondo“.
“A chi cerca la sua strada e ancora non sa come muoversi, dico di non avere fretta. Quando fai qualcosa di cui sei innamorato, ti ne accorgi subito che la direzione è giusta. Il resto arriverà”. Si presenta così la cantautrice Sarah Toscano, che dopo aver vinto “Amici” ha raggiunto anche il palco dei big del Festival di Sanremo. “Prima di Amici - continua la cantante - vedevo il successo come un miraggio, un obiettivo irraggiungibile. Poi è arrivato anche Sanremo, un’opportunità per farsi conoscere e mettersi in gioco, più che una competizione. Ero molto agitata, ma alla fine mi sono detta che avevo già affrontato tanti altri palcoscenici. L’ansia c’è sempre, ma si affronta".
Con l’intervento della cantante si chiude la sessione mattutina del Nex Generation Fest. Dal palco si riprenderà alle tre del pomeriggio.
Sara Funaro, sindaca di Firenze, sale sul palco per consegnare il Pegaso dei Giovani a Daria Falsettini. “Dei giovani – afferma Funaro - bisogna parlarne al presente e sono per questo orgogliosa della mia giovane giunta”.

“Ricevo molti messaggi dai giovani – prosegue -, ma la mia raccomandazione è fate sentire sempre la vostra voce. La comunicazione distorce l’immagine dei giovani: i giovani lottano per la pace, il lavoro, per la cittadinanza estesa ancora a chi non la possiede, per tutto quello che è il nostro presente. Fate sentire ancora di più la vostra presenza”.
Tina Montinaro è la vedova di Antonio Montinaro, agente di scorta che è stato tragicamente ucciso nella strage di Capaci nel 1992. Nonostante la dolorosa perdita del marito, Tina ha dimostrato una forza straordinaria nel far fronte alla tragedia e nel continuare a onorare la memoria di Antonio. Dopo la morte di Antonio, Tina Montinaro ha dedicato la sua vita alla lotta contro la mafia e alla difesa dei valori di giustizia e legalità. Ha contribuito attivamente all’Associazione Vittime di Mafia. Da trent’anni viaggia per l’Italia per raccontare la storia di suo marito e sottolineare l’importanza di combattere questa forma di criminalità.
“Antonio – spiega Tina – scelse a 24 anni di lavorare a Palermo consapevole dell’importanza di scortare un magistrato come Giovanni Falcone. Era un poliziotto determinato, motivato e orgoglioso. Palermo è cambiata e il sacrificio di Antonio è servito a molti a prendere coscienza. Oggi abbiamo bisogno dei giovani, della loro passione, del loro orgoglio di essere italiani. Non si deve pensare che la mafia sia cosa del passato: la criminalità si è evoluta e usa tecnologie e saperi. Ed è ai giovani che bisogna parlare e spiegare questo. Guardatevi intorno e cercate di capire cosa accade attorno a voi in ogni momento. Tutto ci riguarda e ci interessa personalmente. Ognuno deve fare la propria parte e mettersi in gioco”.
Bernard Dika, portavoce del presidente Giani e ideatore del Next Generation Fest, ricorda le sue origini albanesi. “I genitori, in fuga da una dittatura, hanno scelto l’Italia per un futuro migliore per me e mia sorella” racconta dal palco, ringraziandoli. “L’Italia – dice – mi ha dato molto”. Quando è arrivato in Italia aveva un anno. Racconta come, fino a diciassette, a volte si assentava da scuola raccontando a professori e compagni una bugia. “Dicevo di andare ad una visita medica - confessa - , invece mi mettevo in fila per rinnovare il permesso di soggiorno e continuare a studiare”.
Diana Falsettini, top dancer italiana di livello internazionale, ha vinto a marzo l’ambito “Queen of Disco” in Cina. "In Oriente c’è un modo di ballare completamente differente - ha detto la giovanissima stella della danza, dopo la sua esibizione sul ,main stage di Ngf -. Sono andata senza tante aspettative e ho raggiunto un risultato che non mi aspettavo assolutamente. Bisogna sempre mettersi in gioco”.
Sul palco del Next arriva l’attrice e content creator Valentina Barbieri, famosa per le sue esilaranti imitazioni. Valetnina ha raggiunto il successo nel web durante il lockdown, per poi collezionare partecipazioni di primo piano in programmi comici e satirici, fino al debutto sul grande schermo.
“La cosa che mi ha aiutato veramente - ha detto l’imitatrice - è non avere paura di fallire. Ho iniziato ingegneria per accontentare i miei genitori e per la mia predisposizione alla matematica, ma dopo il primo anno la passione è calata. È stato il primo fallimento, che però non mi ha scoraggiata. Ho deciso di reinventarmi e ho iniziato tanti piccoli lavori per iscrivermi a un corso di recitazione. Ho puntato sulle imitazioni e sulla comicità, condividendo piccoli sketch comici sul profilo Instagram. All’inizio non avevo molti follower, ma non mi sono fermata e ho continuato a cercare la mia identità. Ricordatevi: l’importante è partire con un’idea propria, anche piccola e non scoraggiarsi”.
Pierluigi Collina, già presidente della Commissione Arbitrale UEFA dal 2010 al 2018 e dal 20 gennaio 2017, ora è presidente della Commissione Arbitrale della FIFA, la Fédération Internationale de Football Association. Autorevole, rispettato, assertivo senza mai esser sopra le righe, rappresenta un punto di riferimento per la nuova generazione di arbitri. “Il calcio italiano - afferma Collina - fa parte dell’identità di questo Paese. La Nazionale è oggi coinvolta nelle qualificazioni per i campionati mondiali, dai quali manchiamo da troppo tempo. Sarà un grande mondiale giocato in tre Nazioni. Decidere di fare l’arbitro è una scelta difficile da spiegare. Ho iniziato a 17 anni e le scelte convenzionali non mi sono mai piaciuti. Ho scelto la carriera di arbitro su consiglio di un mio compagno di banco a Bologna. Una delle caratteristiche che credo mi abbiamo accompagnato in questi anni è l’impegno a dare tutto me stesso e la capacità di imparare a prendere decisioni e prendersene la responsabilità di fronte a moltissime persone in pochissimo tempo. Serve concentrazione, self control e la piena convinzione di poter affrontare un compito difficile. La mia finale è sempre stata la partita successiva, quella che ancora devi fare. Ricordo il mio esordio in serie A nel 1991, la finale Manchester United – Bayern Monaco e la finale di Coppa del Mondo nel 2002. “Di talento si può anche morire”, conclude Collina, sottolineando che il talento non basta: “Occorre tanto lavoro e metodicità”.
La giornalista e conduttrice televisiva Veronica saluta i giovani del Next Generation Fest con un messaggio video. “Non smettete di tenere gli occhi aperti sul mondo – dice - , anche su quello che sembra lontano da voi: avete infatti il diritto e il dovere di partecipare, perché anche quello che accade altrove influisce e influirà sulla vostra vita”.
“Il 2 giugno 1946 gli italiani sono tornati ad essere protagonisti – evidenzia il presidente della Toscana Eugenio Giani - Quale migliore data dunque per festeggiare il Next Generation Fest e riaffermare con la festa della Repubblica il protagonismo delle generazioni Z e Alpha, che non sono solo il futuro ma il presente di questo mondo: giovani che si affermano con il loro talento, nello spettacolo, nella scienza, nella cultura e nel volontariato”. Il 2 giugno 1946 l’Italia, tra monarchia e Repubblica, scelse la Repubblica. “Fu un voto particolare – ricorda Giani -, un ritorno alla democrazia dopo una dura battaglia per la liberazione e dopo che la monarchia, che si era compromessa con la dittatura, era fuggita da Roma a Brindisi dopo l’armistizio dell’8 settembre”. “Furono scelti – aggiunge – anche i costituenti che hanno scrissero la nostra Costituzione: uno straordinario lavoro di avanguardia che mette in fila giustizia sociale, ripudio della guerra, diritto al lavoro, diritto alla salute, scuola e pubblica istruzione che diventano fondamentale”. Fu la prima volta anche del suffragio universale e del voto alle donne. “Tre traguardi – conclude Giani – che il 2 giugno ogni anno ci ricorda”.

Il presidente Giani non dimentica il dramma di Gaza, sotto le bombe e affamata, e dedica parte del suo intervento dal palco del Next Generation Fest alla Palestina. “L’unica vera soluzione – dice – è quella di due popoli e due stati, la difesa migliore per una popolazione oggi inerme. I palestinesi vivono in quelle terra da duemila anni: hanno radici salde e quelle radici non possono essere strappate, perché altrimenti sarebbe un genocidio”.
“Nessuno discute la legittimità dello Stato di Israele, nato e riconosciuto dopo il dramma dell’olocausto patito dagli ebrei durante la seconda guerra mondiale conclude Giani -, ma dobbiamo dare la stessa possibilità, quello di uno Stato libero e sovrano, al popolo palestinese”.
Sul palco si gioca con Francesco Fontanelli, illusionista e campione europeo di magia: il mago della finale di “Italia’s got talent”, che nelle sue esibizioni fa un po’ il mago e un po’ il racconta-storie. Con ironia e un pizzico di comicità prova a spiegare il dietro le quinte del mondo dell’illusionismo, le sue dita da prestigiatore allenate a contare le carte di un mazzo solo con un tocco. “Vivete in modo totale le vostre passioni” è il messaggio che lascia ai giovani. L’altro insegnamento? “Un trucco, un segreto e un modo per risolvere un problema c’è sempre: basta a volte solo guardare le cose da una diversa prospettiva”. Un po’ come il cubo di Rubik. Un po’ come la vita: un rompicapo e un puzzle da risolvere e ricomporre, ma anche un meraviglioso mistero da dover essere vissuto.
Eleonora Frescobaldi, presidente di “Corri la vita”, al Next Generation Fest: “Ho iniziato anni fa, occupandomi di bullismo, per aiutare mio figlio. Poi è arrivato l’impegno per la dislessia e poi il tumore al seno. Ai giovani dico di non smettere mai di sognare e soprattutto di trovare una passione per cui lottare”. “Da 23 anni ‘Corri la vita’ – ricorda Frescobaldi . si occupa di sostenere la lotta al tumore al seno. Offriamo borse di studio per giovani medici." “L’appuntamento con Corri la vita – conclude - è il 28 settembre, l’ultima domenica del mese. E’ un’occasione per aiutare tante donne nella lotta al tumore".
“Un popolo affamato è un crimine contro l’umanità: chiediamo allora che a Gaza venga dato da mangiare a donne e bambini. Chiediamo che si cessi il fuoco”. Lo grida dal palco Bernard Dika, portavoce del presidente della Regione Eugenio Giani e ideatore del Next generation Fest. Chiede, a nome di tutti i giovani, lui che di anni ne ha ventisette, che “le armi vengano deposte ovunque la guerra viene utilizzata come soluzione per le controversie internazionali, perché la guerra non è mai una soluzione”. A Gaza come altrove. Un motto latino si ripete da secoli: se vuoi la pace prepara la guerra. “Vuoi vivere in pace? Armati più che puoi e vedrai che nessuno ti attaccherà – prosegue Dika - Ma in verità non ha mai funzionato. Se vogliamo la pace dobbiamo preparare la pace e anziché parlare di riarmo dobbiamo chiedere il disarmo nucleare”.

Complesso, evocativo, con diverse versioni. Michele D’Andrea - socio fondatore dell’Accademia del Cerimoniale. Protocol Academy, che raccoglie alcuni fra i più autorevoli esperti italiani della materia, parla dell’Inno di Mameli e della sua partitura musicale di natura teatrale. “Si può seguire l’inno – dice Michele D’Andrea - seguendone i passaggi orchestrali composti da Michele Novaro in modo quasi cinematografico, il tono è maestoso e solenne, chiama e convince alla libertà”. “Nei passaggi musicali – aggiunge - si legge tensione, speranza e nella prima strofa c’è tutto lo spirito del nostro risorgimento”. Al termine del suo intervento, sul palco sono saliti i ragazzi della Task Force di Giovanisì e in platea è l’inno della Repubblica italiana.
Padri e madri costituenti accolgono i partecipanti alla quarta edizione del Next Generation Fest. Sul viale che porta all'ingresso del Teatro del Maggio campeggiano foto e frasi di Nilde Iotti, Sandro Pertini (che poi diverrà presidente della Repubblica), Teresa Mattei, Piero Calamandrei. Chiude la sequenza il presidente della Repubblica in carica Sergio Mattarella.