Firenze, 8 febbraio 2024 – Quel pianto disperato, la gioia che alluviona l’anima. Il confine tra il terrore e lo smarrimento di chi fa capolino nel mondo dal pavimento di una casa e la felicità straripante di chi capisce che quel piccolo, il suo piccolo, ce l’ha fatta nonostante tutto è talmente labile che nessun inchiostro mai potrà fissarlo sulla carta perché è bello come la vita che è la cosa più difficile da raccontare.
Thomas, un germoglio d’uomo che sfiora i quattro chili, si è affacciato alla vita nel posto più improbabile del mondo, la cucina di un appartamento di Bivigliano, e quando sarà grande avrà qualcosa di incredibile da raccontare. Riavvolgiamo il nastro con una premessa: il nostro piccolo eroe sta bene ed è bellissimo.
Venerdì mattina Sofia, giovane donna già mamma di due bambini, Diego e Vittoria, si fa accompagnare a Careggi dalla madre per un monitoraggio. Il suo piccolo sta per affacciarsi al mondo e i controlli si fanno sempre più frequenti e attenti. "La dottoressa mi ha fatto una manovra che solitamente induce nelle ore successive le prime contrazioni – racconta Sofia – poi mi ha detto che sarei potuta tornare lunedì".
La donna risale così in macchina con la madre. "Lì ho iniziato a sentire alcune contrazioni ma non ci ho dato troppo peso perché non erano ravvicinate come quando si sta per partorire. Ero talmente tranquilla che quando sono rientrata in casa ho detto a mia madre che abita vicino ’Te vai pure, se ho bisogno di qualcosa ti chiamo’".
Poi succede l’incredibile. Passano appena una decina di minuti e le contrazioni tornano. Una dopo l’altra, fortissime. «Non riuscivo a stare più in piedi – racconta Sofia – così mi sono accasciata a terra e lì mi si sono rotte le acque. Ero terrorizzata, ero sola e non sapevo come sarebbe andata a finire. Ho preso il telefono, ho chiamato mia madre disperata che si è precipitata insieme all’ambulanza che però è partita da Vaglia.
Il tempo di aprire la porta e mia mamma mi ha visto per terra, la testa del bambino era già fuori. E’ stata straordinaria, mi ha fatto partorire lei. Quando ho sentito il bambino piangere ho capito che ce l’avevo fatta".