"Oro, Incenso e Amuchina": il Natale di Pieraccioni

L'attore e regista fiorentino scrive per noi, immaginando le prossime Feste alle prese con il lockdown. "Natale senza abbracci è come Ferragosto con la brina"

Leonardo Pieraccioni

Leonardo Pieraccioni

Firenze, 1 dicembre 2020 - Con questo testo scritto per noi da Leonardo Pieraccioni  s'inaugura la newsletter "Buongiorno Firenze" che da stamani gli iscritti alla community de «La Nazione» riceveranno al proprio indirizzo e.mail. Una newsletter interamente dedicata alla città di Firenze, volta ad ampliare l'offerta che La Nazione rivolge ai lettori, in aggiunta all'edizione cartacea e a quella online. Uno sguardo alla giornata appena iniziata con il commento di un ospite (oggi, appunto, Pieraccioni), oltre ad attualità, la "buona notizia" e  suggerimenti per vivere la città ogni giorno e nel tempo libero .  

 

Questo Natale 2020 sarà un Natale col freno a mano tirato. Cucina in zona arancione, tinello in zona gialla. Al primo starnuto dello zio Wladimiro tutti ci fermeremo come in “Un Due Tre Stella” e non sapremo cosa fare: far finta di nulla e proseguire a inzuppare il lesso nella maionese o prendere la situazione di petto? Al secondo starnuto lo zio va a finire il lesso in garage accanto alla Twingo.  Sarà un Natale di Oro, Incenso e Amuchina, coi Re Magi stremati dai nuovi dpcm che nelle pause del viaggio giocheranno a shangai coi tamponi. Un Natale con Babbo Natale in smart working da casa, i bambini col pc davanti al camino e le renne in cassa integrazione. Avremo solo un pacchettino da scartare con il solito falsissimo “grazieeee, bellaaaa” davanti alla sciarpina color oca avvizzita della zio Wladimiro che dal garage urla: “che t’è piaciutaaa?”.  Il cuginetto Emo, da sempre pensieroso, col piercing nell’anima, quest’anno, se non altro, ci farà felici a saperlo davvero “negativo”, come lo è sempre quando pensa al futuro. E’ un Natale faticoso, pericoloso, con noi saltimbanchi a scrivere battute sullo zio Wladimiro per stemperare un po’ ma non sapendo davvero se ci si riesca o meno. E’ un Natale senza abbracci e questa è la cosa peggiore. Un Natale senza abbracci è surreale, è come una Pasqua senza l’uovo, un Ferragosto con la brina, un Ceccherini che serve Messa. E dunque dopo un Mercante in Fiera in quattro col Lattante sanificato nell’alcool non ci resterà altro che salutarci a suon di gomitate. 

Si riaccenderanno i tg, si risponderà distrattamente “anche a te e famiglia” pure all’amministratore di condominio che chiede il saldo delle rate dell’ascensore, e poi andremo a letto presto. Alle tre di notte ci sveglieremo di soprassalto: “Porca miseria, ma lo zio Wladimiro che s’è liberato dal garage?”. Scenderemo in garage e troveremo lo zio addormentato tra la ghiacciaia e le gomme estive della Twingo. Sembrerà quasi un Gesù bambino di 80 anni; ci scapperà un po’ da ridere, lo copriremo col plaid attenti a non svegliarlo. Dalla finestrina del garage guarderemo la stella cometa ferma in cielo, sola, mogia. Attaccata alla coda della cometa un biglietto: sarà una poesia di speranza? No, è l’autocertificazione.

 

RIPRODUZIONE RISERVATA

 

 

è arrivata su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro