ILARIA ULIVELLI
Cronaca

L'allarme: ogni anno in Toscana nascono 1.300 bimbi alcolizzati

Vengono alla luce affetti da sindrome fetale alcolica: i rischi

Sandro Sorbi, prof di Neurologia all’Università e direttore Neurologia 1 a Careggi

Firenze, 24 novembre 2019 - Ogni anno in Toscana nascono circa 1.300 bambini affetti da sindrome alcolica fetale, un numero che sale a circa 25mila a livello nazionale. Se la mamma beve durante la gravidanza, l’alcol e, soprattutto, l’acetaldeide (prodotto della metabolizzazione dell’alcol) giunge direttamente nel sangue del nascituro attraverso la placenta. Il feto ne soffre: non essendo in grado di metabolizzare l’alcol come un adulto, viene esposto più a lungo ai suoi effetti nocivi. Professore, cosa accade al feto? «Questi bambini possono nascere con un cervello più piccolo e con un minor numero di cellule cerebrali in grado di funzionare correttamente, portando a problemi a lungo termine nell’apprendimento e nel comportamento», spiega Sandro Sorbi, professore ordinario di Neurologia all’Università di Firenze e direttore della Neurologia 1 di Careggi. L’alcol è veleno, soprattutto per il cervello nella fase di sviluppo: quali sono i rischi per chi beve in giovane età? «L’alcol è tossico per il cervello, per la nostra memoria e, in particolare, per le funzioni che svolgono i lobi frontali: funzioni di giudizio, decisione, programmazione, attenzione». Qual è l’età più a rischio? «I primi 25 anni. Una parte molto importante del cervello, i lobi frontali, si sviluppano nei primi 25 anni e i lobi frontali, che partecipano ai meccanismi di apprendimento e memoria, sono fondamentali nella rievocazione dei ricordi e nella memoria di lavoro, nell’utilizzare strategie di memorizzazione, nella capacità di memorizzare volontariamente, nel risolvere i problemi,nella flessibilità cognitiva causando un comportamento rigido, nella regolazione delle emozioni e del rispetto delle regole». Ci sono evidenze scientifiche che rappresentano il danno cerebrale. «Recentemente i ricercatori nel Consorzio statunitense su alcol e neurosviluppo nell’adolescenza (Ncanda) hanno preso in esame 483 ragazzi di età compresa tra 12 e 21 anni che ancora non avevano cominciato a bere alcolici e li ha nuovamente sottoposti a esame dopo un anno e dopo due anni. Del gruppo, 127 giovani hanno iniziato a bere alcolici e dopo due anni 65 erano divenuti moderati bevitori e 62 forti bevitori. Esaminando i referti della risonanza magnetica i ricercatori hanno constatato che nei 127 soggetti bevitori la sostanza grigia – cioè lo strato di corteccia dove si trovano i neuroni – si riduceva molto rapidamente e la sostanza bianca, che normalmente aumenta di volume con la crescita, si espandeva più lentamente. Questo prova che il danneggiamento cerebrale è presente già nei primi stadi di alti consumi alcolici». L’alcol causa anche problemi di memoria nell’adulto. Perché? «Il nostro cervello genera nuovi neuroni anche in età adulta, specialmente nell’ippocampo, una struttura fondamentale per i processi di memorizzazione delle nuove informazioni. Studi effettuati su animali mostrano che alte dosi di alcol portano a un’interruzione della crescita di nuove cellule cerebrali; si ritiene che questa mancanza di nuova crescita possa determinare i deficit a lungo termine». C’è almeno una buona notizia per chi riesce a smettere di bere? «La maggior parte degli alcolisti con deficit cognitivo mostra almeno un miglioramento della struttura e del funzionamento del cervello entro un anno dall’astinenza». © RIPRODUZIONE RISERVATA