GIOVANNI BALLERINI
Cronaca

Muzzi, il maestro delle sconfitte. E il fallimento diventa spettacolo

L’autore di ’All’alba perderò’ porta sul palcoscenico la singolare ’squola’ dell’economista Francesca Corrado. Due docenti particolari che invitano a fare tesoro degli errori e a mettersi in discussione senza deprimersi.

Andrea Muzzi, Francesca Corrado e Giovanni Bettarini

Andrea Muzzi, Francesca Corrado e Giovanni Bettarini

"Mentre stavo preparando il film All’alba perderò, leggo che un’imprenditrice, doppia laurea, aveva aperto una scuola di fallimento, sicché la chiamo e ci si vede a Bologna. Lei mi racconta delle cose che io, nella mia ignoranza da ragioniere, avevo messo nel film, ma senza teorizzarle, come lei. Insieme facciamo riunioni e lezioni nelle università, poi decidiamo di far nascere il progetto". È entusiasta della nuova creazione, che condivide con Francesca Corrado, l’autore, attore e regista Andrea Muzzi che, dopo aver realizzato ’All’alba perderò’, lo spettacolo teatrale che porta in scena da 15 stagioni, poi diventato film e poi libro, si appresta a varare una nuova narrazione della sconfitta. Si chiama ’A squola di Fallimenti’ (volutamente con la q) e invita il pubblico a imparare dai fallimenti, per farne di migliori. Lo spettacolo sarà presentato giovedì 12 dicembre al Teatro di Cestello, con repliche il 13 febbraio e il 20 marzo.

"Sono l’economista che ha fondato la scuola di fallimento - spiega Corrado -. Una scuola di pensiero che insegna a far tesoro dei propri sbagli, perché l’errore appartiene all’esperienza umana e all’apprendimento. Dopo una serie fallimenti ho iniziato a guardare il mondo da una diversa prospettiva, grazie a mio padre, malato di Alzheimer. Con Muzzi ci siamo scoperti complementari e cerchiamo di sdrammatizzare, far sorridere la gente dei propri errori". Come si svolge lo spettacolo? "Inizia proprio come fosse una scuola: io e lei siamo i due docenti - sottolinea Muzzi -. Nell’appello dividiamo il pubblico in base agli errori che ha fatto. A metà facciamo la ricreazione e alla fine doniamo al pubblico una laurea in fallimenti. Abbiamo anche creato un nuovo santo, San Fallimentino. Il tutto per sottolineare che bisogna vivere con più leggerezza: non è che se uno sbaglia è sbagliato, ma deve mettersi in discussione". Lei lo fa con questo spettacolo? "Scrivo molto per il cinema e per il teatro, ma stavolta ho fatto un ibrido C’è il mio teatro di narrazione, ma anche la parte ricca di contenuti di Francesca. In ogni spettacolo sarà con noi un campione dello sport. Il 12 dicembre al Cestello sarà Giancarlo Alessandrelli, un portiere di Serie A, che ha giocato nella Fiorentina, nella Juventus e anche nella Rondinella. Ha sempre avuto grande forza d’animo, è l’esempio perfetto di come da un errore si può trovare occasioni di crescita, come ha sottolineato nel libro ’Una storia bella, la mia vita in due tempi’.