e Antonio Passanese
La bufera è esplosa ieri mattina, ma covava da giorni e le dichiarazioni dell’ex sindaco di Firenze Dario Nardella hanno fatto da detonatore: "Sull’Ad di una grande società di servizi pubblici locali devono esprimersi i soci pubblici che sono i sindaci e non soggetti politici esterni (leggi Pd, ndr)". Così già prestissimo i telefoni dei vertici del Pd hanno iniziato a suonare nervosamente per lo scontro ormai venuto allo scoperto sulla Multiutility. Al tema già divisivo della quotazione in Borsa – il segretario Fossi ha chiuso la porta a questa ipotesi – si è aggiunto dunque quello di chi deve mettere bocca sul management. Dopo ore di tensione è stato deciso un confronto vis a vis. Da una parte Nardella, con il deputato Federico Gianassi e l’assessore di Palazzo Vecchio Giovanni Bettarini, dall’altra il segretario Emiliano Fossi con Stefano Bruzzesi.
All’inizio i toni sono stati accesi, poi però è arrivato il chiarimento almeno sul percorso da intraprendere per traghettare la Multiutility verso una dimensione territoriale regionale e per definire lo strumento più adeguato a rastrellare i finanziamenti necessari per servizi e infrastrutture. Piazza Affari? Si può anche valutare un’altra strada è stato il punto di caduta. E’ finita con strette di mano e dichiarazioni più soft. Tanto che Nardella, alla fine commenta con frasi accomodanti: "Ho avuto modo di chiarirmi in modo completo col segretario regionale Fossi, a proposito anche delle ultime uscite giornalistiche: c’è piena concordia e collaborazione nel rafforzare la Multiutility, allargarne sempre di più il raggio d’azione sul territorio perché è stato un grande progetto di questi anni e ora deve entrare in una fase nuova, non ho mai fatto barricate e non mi pare di averne viste da altri sul tema della quotazione, che è uno strumento", ha spiegato.
Lui che da sindaco di Firenze, in stretto raccordo con le amministrazioni comunali di Prato ed Empoli, è stato l’architetto della società di servizi toscana ha evitato di cavalcare ancora la polemica: "Se si arriva a un accordo sull’importanza degli investimenti, del rafforzamento delle infrastrutture, dell’abbassamento delle bollette e del miglioramento dei servizi si possono trovare soluzioni anche alternative alla Borsa altrettanto efficaci – ha assicurato – l’importante è stare al merito delle questioni. Sono fiducioso che anche col protagonismo dei sindaci e della sindaca di Firenze si possa entrare in questa nuova fase. Bene abbassare tutti i toni e metterci al lavoro per una soluzione praticabile".
Anche a Palazzo Vecchio, dove giovedì si registrava forte nervosismo per l’ingerenza sul futuro dell’Ad Alberto Irace, l’incontro tra Sara Funaro e Ilaria Bugetti è stato all’insegna del "no ai veti". Né sulla quotazione, né sulla non quotazione. "Ogni possibile fonte di finanziamento va studiata ed esaminata in modo da permetterci di compiere una scelta consapevole – affermano Funaro e Bugetti – non ci sono preclusioni o chiusure. Quel che conta è il progetto, non le modalità con cui ci si arriva". Nella nota congiunta, al termine del vertice, spiegano che sul futuro della Multiutility "l’importante è allargare la compagine sociale al resto della Toscana". Gli obiettivi restano tre: investimenti per migliorare i servizi, transizione ecologica e ricadute sui territori a cominciare dalle tariffe. Infine, i rapporti sindache-partito è stato all’insegna della distensione.
"Con il Pd c’è un dialogo costante su tutti i temi, tra cui la Multiutility; è in corso un confronto aperto, costruttivo e nel rispetto dei ruoli". Anche perché i ruoli vogliono che la scelta sul management sia dell’assemblea dei soci e quindi dei sindaci. Una cosa, però, Funaro tiene a sottolinearla a margine di un convegno: "Non c’è alcuna frizione nel partito, nè tantomeno con gli altri sindaci. Si sta ragionando, vedremo cosa accadrà nelle prossime settimane. Ma sono fiduciosa". La prima cittadina non improvvisa, le sue sono parole meditate, che arrivano dopo una giornata di incontri, vertici, colloqui, telefonate. Tra dieci giorni – il 23 e 24 settembre – si va in assemblea. La questione ancora è di là dall’essersi raffreddata.