Mugello, isolate anche le fabbriche "Con i camion non si può passare"

Irraggiungibile il distretto industriale della meccanica di Palazzuolo sul Senio: dà lavoro a 230 persone

Mugello, isolate anche le fabbriche  "Con i camion non si può passare"

Mugello, isolate anche le fabbriche "Con i camion non si può passare"

di Paolo Guidotti

L’Alto Mugello senza strade tiene col fiato sospeso quelle aziende manifatturiere che nell’Appennino hanno saputo resistere, nonostante la lontananza da autostrade e ferrovie, diventando in alcuni casi insediamenti industriali d’eccellenza e con un alto potenziale di occupazione. È il caso del distretto industriale della meccanica a Palazzuolo sul Senio. Cinque aziende che danno lavoro a 230 persone, di Palazzuolo e dei comuni limitrofi.

"Qui il Senio in piena non è esondato, e non abbiamo avuto allagamenti nei nostri capannoni", dice Roberto Ridolfi, proprietario di Elettromeccanica Misileo e Novatec . Ma preoccupa il futuro: "Siamo completamente isolati, non c’è una strada dove i mezzi pesanti possano passare", dice l’imprenditore palazzuolese. "Sopra i 35 quintali non si passa, da nessuna parte.. E per chi lavora il ferro, 35 quintali è niente.

La Novatec esporta in tutto il mondo macchinari che per essere trasportati hanno bisogno di un Tir da 13 metri con 200 quintali di peso. Così alle industrie meccaniche di Palazzuolo non arriva più materia prima, e le merci non possono essere più inviate. "La 306 verso la Romagna è chiusa per frana, la Sambuca è chiusa ai mezzi pesanti, la strada che da Marradi porta a Faenza è interrotta per un ponte crollato, il collegamento da Coniale verso Imola è inagibile. E a Casola c’è una grossa frana, che non si passa neppure a piedi", spiega l’imprenditore.

"Con i mezzi leggeri solo per la minuteria, l’unico varco è il passo della Sambuca, per andare a prendere l’autostrada a Barberino e tornare verso Bologna. Da qui a dieci giorni saremo completamente fermi se non si apre almeno una strada".

Anche a Piancaldoli se la son vista brutta. Alla Fiorentini, azienda leader delle macchine per pulizie industriali, esportate in tutto il mondo a Piancaldoli da 45 anni e occupa a Firenzuola quasi cento persone. Paolo Raffini, responsabile dell’azienda, piancaldolese doc, per tre notti non ha dormito. Per il piazzale dimezzato da una grande crepa nel terreno e soprattutto per il disastro delle strade intorno allo stabilimento.Ma ora, nonostante tutto, Raffini intravede un barlume di speranza: "Avevamo il timore che le strade uscissero dalla sede com’è accaduto nella parte romagnola facendoci rimanere del tutto isolati. Ora però grazie alla tempestività della Città metropolitana e del Comune di FIrenzuola è già stata ripristinata una circolazione parziale, sia pur limitata ai residenti e per motivi di lavoro".

Paolo Raffini dà atto alle istituzioni locali di essersi subito rimboccate le maniche in modo efficace. "I danni si ripareranno – aggiunge con ottimismo – e per fortuna non ci sono state vittime e feriti, come invece purtroppo è accaduto vicino a noi".

Raffini confida però la sua paura più grande: "Se non vi fosse stato alcun collegamento viario disponibile la Fiorentini sarebbe stata costretta a trasferire tutti i reparti produttivi a Castel San Pietro e chissà se poi sarebbero stati riportati, un domani, a Piancaldoli. Sarebbe stato un dramma, per l’intera comunità".

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