REDAZIONE FIRENZE

Morto al concerto dei Subsonica: "Il pugno killer del facchino". Ok del giudice all’abbreviato

A novembre la prima udienza a carico dell’addetto allo smontaggio del palco: è accusato di omicidio preterintenzionale. Imputato anche un collega, ma “solo“ per lesioni aggravate.

A novembre la prima udienza a carico dell’addetto allo smontaggio del palco: è accusato di omicidio preterintenzionale. Imputato anche un collega, ma “solo“ per lesioni aggravate.

A novembre la prima udienza a carico dell’addetto allo smontaggio del palco: è accusato di omicidio preterintenzionale. Imputato anche un collega, ma “solo“ per lesioni aggravate.

FIRENZE

Il 19 novembre davanti al gup per la morte di Antonio Morra (nella foto). Hanno scelto il rito abbreviato i due imputati per l’aggressione al termine del concerto dei Subsonica che si tenne lo scorso aprile al Mandela Forum, in cui perse la vita l’operaio di 47 anni residente a Pistoia e dipendente di una ditta di Calenzano.

Ma i due addetti allo smontaggio del palco accusati del pestaggio sfociato in morte, Senad Ibrahimi e Christian Corvo, arrivano davanti al gup, Fabio Gugliotta, con posizione processualmente differenti.

Il primo. 48enne di origini kosovare, è infatti accusato di omicidio preterintenzionale, mentre Corvo, 29 anni, fiorentino, deve rispondere “solo“ di lesioni aggravate. Non trattandosi di un’accusa per cui è previsto l’ergastolo, gli imputati (assistiti dagli avvocati Luca Maggiora e Lapo Bechelli del foro di Firenze e Alberto Russo del foro di Pistoia) hanno potuto accedere entrambi all’abbreviato, il rito - più rapido rispetto al dibattimento - che prevede, in caso di condanna, uno sconto di un terzo della pena.

Stando alle consulenze, che sostengono le accuse formulata dal pubblico ministero Alessandro Piscitelli, il pugno “killer“ sferrato da Ibrahimi a Morra, da dietro, da una posizione più elevata di un paio di scalini rispetto al punto in cui si trovava Morra. Letale sarebbe stato l’impatto contro l’arteria vertebrale, che sale all’interno di specifici fori su per le prime sei vertebre della cervicale, e che rompendosi ha causato un’emorragia interna e, dopo alcune ore, complici molteplici complicazioni, la morte dell’operaio 47enne. Ad aggravare le condizioni dell’uomo, secondo l’autopsia, sarebbe stato anche il suo stato di ubriachezza al termine del concerto: l’alcol è un vasodilatatore periferico, che in quanto tale fa aumentare la quantità di sangue in circolazione, e avrebbe così accelerato l’emorragia e poi il decesso. Tuttavia, secondo il pm Alessandro Piscitelli, anche Corvo, dipendente della stessa ditta di facchinaggio incaricata dello smontaggio del palco dopo lo spettacolo, avrebbe partecipato all’aggressione.

Ma, a differenza di Ibrahimi, il 29enne non avrebbe sferrato un cazzotto letale, ma un colpo che seguì di pochi istanti il gancio dell’altro facchino

Morra, infatti, riceve il primo colpo, da dietro, e mentre cade in avanti incasserebbe il cazzotto di Corvo che, come un muro di gomma, lo rimbalza all’indietro e lo fa crollare al suolo, dove violentemente sbatte la nuca (nel punto opposto a quello del primo pugno).

Le indagini della squadra mobile della questura hanno potuto contare su un video dell’impianto di sorveglianza del palasport, che, seppur con scarsa qualità d’immagine, ha ripreso l’intera sequenza che sarà oggetto del processo.

ste.bro.