Morta dopo il parto in ospedale, "Pressioni sull’addome? No"

L’ospedale si difende: «Forse la donna era malata. Aspettiamo gli accertamenti»

Annalisa Casali,  36 anni, era responsabile del personale alla Adecco di Prato

Annalisa Casali, 36 anni, era responsabile del personale alla Adecco di Prato

Firenze, 5 ottobre 2016 - «Escludo che sia stata fatta la ‘manovra di Kristeller’ o qualsiasi altra manovra meccanica per agevolare la nascita del bambino. Qui non la facciamo più». E’ netto il direttore del dipartimento Materno infantile di Careggi, Carlo Dani. La manovra di Kristeller è una pressione esercitata sull’addome della donna durante il parto che però può causare gravi complicazioni, tra le quali anche la rottura della milza. L’organo che, con un intervento d’urgenza, è stato asportato ad Annalisa Casali, 36 anni, morta lunedì mattina alle 7, a Careggi, a circa 24 ore dal parto (Le indagini della procura - L'articolo). «Ancora non si conoscono le cause che hanno determinato il decesso, sono oggetto di approfondimento», spiega il direttore sanitario dell’azienda ospedaliero universitaria, Luca Lavazza. Il riscontro diagnostico, un’autopsia effettuata lunedì pomeriggio su richiesta dei sanitari per capire i motivi della morte, non ha dato esito. «Aspettiamo i risultati degli esami istologici, le risposte dell’anatomopatologo – dice Lavazza – Perché stiamo ipotizzando che la donna potesse soffrire di patologie pregresse».

In ogni caso, la sua gravidanza è stata costantemente seguita dai ginecologi della Maternità: non si era manifestato alcun problema.

Quando si è sentita male, domenica mattina, Annalisa aveva già cominciato ad allattare il piccolo Samuele. Nato alle 4.50 dopo un parto naturale senza complicazioni, con un rapido travaglio (circa due ore) e mezz’ora di parto. Dopo circa due ore, la donna manifesta un forte dolore addominale, calo pressorio, sudorazione fredda. «L’ecografia evidenzia un sanguinamento anomalo», dice Lavazza. Portata d’urgenza in chirurgia, le viene asportata la milza. Verso le due del pomeriggio di domenica la puerpera viene ricoverata in Terapia intensiva: «Reagisce alle cure, è cosciente, parla a medici e familiari. I sanitari prendono anche in considerazione l’ipotesi di ritrasferirla nel reparto di Maternità. Ma non c’è tempo. Prima dell’alba di lunedì, verso le 4, tornano improvvisi dolori addominali». Di nuovo la donna viene portata d’urgenza in sala operatoria dopo un primo arresto cardiocircolatorio. Ci sono emorragie diffuse all’addome. Vengono fatte trasfusioni. «I punti di emorragia sono più di uno – spiega ancora il direttore sanitario – Anche se la sutura alla milza aveva tenuto». Annalisa non ce la fa, il cuore non riparte al secondo arresto.

Si fanno ipotesi, supposizioni, anche su una malattia rara che potrebbe essersi manifestata subito dopo il parto. Ma nessuna certezza. Le risposte arriveranno dall’autopsia: ne sarà fatta un’altra, stavolta ordinata dal magistrato Leopoldo De Gregorio. Addolorata l’assessora al diritto alla salute della Regione, Stefania Saccardi: «La dinamica non è chiara, stiamo facendo accertamenti per capire che cosa è accaduto – dice – Siamo davvero dispiaciuti e vicini alla famiglia in questo momento difficile».

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