
L’anziana di 87 anni, ricoverata nella Rsa, non era autosufficiente. (foto di repertorio)
di Teresa ScarcellaFIRENZE"Come mai era da sola nella sua stanza?". E ancora "Chi avrebbe dovuto vigilare su di lei e quindi impedire che se ne andasse in giro per la struttura, per poi cadere dalle scale con tutta la carrozzina?", "La porta d’emergenza era aperta?". Sono le domande che attanagliano i figli di Liliana Calvetti, la signora di 87 anni morta il 18 novembre 2022 dopo la rovinosa caduta avvenuta tre giorni prima nella Rsa di Bagno a Ripoli, Villa Olimpia. Per la sua morte sono indagate cinque persone: i tre proprietari della struttura e le due operatrici sanitarie di turno in quel momento, un’infermiera e una Oss. Per la Procura ci sarebbero state carenze nelle misure di sicurezza: l’anziana ospite è riuscita a raggiungere in autonomia la porta antincendio, priva di allarme. Difficile stabilire se fosse già aperta o se è stata l’anziana ad aprirla. Così come ci sarebbero state carenze nell’organizzazione dei turni: due operatrici di notte a fronte di una quarantina di anziani. Un numero ritenuto dal pm insufficiente a garantire la vigilanza, a maggior ragione se poi hanno fatto alzare dal letto alcuni ospiti prima del turno di mattina, solitamente più coperto.Una regola scritta o tacita consuetudine? In ogni caso la signora Calvetti quella mattina è stata svegliata prima del cambio turno, perché a quanto pare aveva bisogno di essere cambiata. Anche se nella scheda utente che gli operatori sono chiamati a compilare, il suo risveglio non risulterebbe. Poi, una volta sveglia e vestita, è stata lasciata sola. È quanto contesta la Procura alla Oss e all’infermiera di turno in quelle ore. Prima una e poi l’altra hanno lasciato il piano dove si trovava l’87enne, per proseguire in altre mansioni – tra cui portare fuori i sacchi della spazzatura, in assenza del tuttofare – e poi incontrarsi al piano terra per il passaggio delle consegne.Un’ora di buco, durante la quale la signora ha avuto il tempo di lasciare la stanza sulla sua carrozzina, percorrere il corridoio, varcare la porta d’emergenza e cadere dalle scale, in fondo alle quali è stata ritrovata, gravemente ferita, dall’operatrice in servizio la mattina. Una corresponsabilità per la procura, che ha portato al decesso dell’anziana, morta in ospedale tre giorni dopo. I cinque indagati intanto respingono le accuse. Per i titolari della struttura i protocolli erano chiari e adeguati; le operatrici, dal canto loro, sostengono di aver rispettato le norme previste.