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Monte alle Croci senza pace. La scalinata resta chiusa

Sigillata da marzo 2022 per un cedimento, e sono già stati stanziati i fondi. Ma il restauro non parte per la guerra legale tra il Comune e il chiosco.

Monte alle Croci senza pace. La scalinata resta chiusa

di Niccolò Gramigni

Il grande caos della scalinata di Monte alle Croci. La previsione era di una riapertura nella primavera di quest’anno. Una grande festa. E invece niente, e non per colpa del Comune: l’opera di restauro del percorso che allaccia il rione San Niccolò a piazzale Michelangelo è al centro di una storia grottesca e che dura da un bel po’ di tempo. Un paio di anni fa la scalinata era stata chiusa, poi l’avvio dei lavori che però sono stati bloccati nel febbraio 2023: questo perché arrivati col cantiere alla parte superiore della scalinata per i tecnici del Comune era necessario demolire il bar che si trova nell’area. Ma, come spiegano i tecnici del Comune, "il cantiere superiore è bloccato dal contenzioso instaurato dall’ex concessionario del bar che ha chiuso l’attività ma non vuol farci entrare all’interno dei locali per rimuovere le strutture pericolanti che impediscono di proseguire il cantiere di consolidamento della scalinata. Queste strutture si appoggiano sul muro di sostegno della scalinata, vanno rimosse perché pericolose".

Tutto ciò viene fatto notare da Palazzo Vecchio, nonostante "una sentenza del Consiglio di Stato di marzo dell’anno scorso" che ha dato ragione proprio al Comune. Da Palazzo Vecchio si afferma che "c’è un grave danno di immagine, siamo molto arrabbiati per la situazione. Potevamo essere a pochi giorni dalla riapertura e invece così non è".

Se la situazione si sbloccherà si potrà concludere con i lavori del secondo lotto, con un investimento da 380mila che è già stato approvato dalla giunta comunale e porta la firma dell’assessora ai lavori pubblici Titta Meucci.

Un investimento complessivo, autorizzato dalla Soprintendenza, da 1,2 milioni di euro per uno dei luoghi più belli di Firenze. Ad ora non ci sono tempi di riapertura, si stima che manchino 4-6 mesi di lavori, ma nel momento in cui si potrà entrare all’interno dei locali. Nel frattempo il cantiere è stato spostato nella parte bassa della scalinata in modo da arrivare almeno al completamento fino al Giardino delle rose. E quindi la rabbia di Palazzo Vecchio è comprensibile.

"Non appena saranno rilasciate le strutture, procederemo con la demolizione delle parti inagibili e potremo quindi proseguire con i lavori del secondo lotto, andando avanti con il completamento dell’opera per la quale nel frattempo abbiamo reperito le risorse mancanti - afferma Meucci -. Intanto, mentre la vicenda giudiziaria blocca i lavori, abbiamo spostato cantiere e maestranze nella parte bassa della scalinata per tentare di completarla almeno fino al Giardino delle rose".