
Monsignor Mario Meini, vescovo di Fiesole e vicepresidente della Conferenza episcopale italiana, ha raggiunto mercoledì scorso la fatidica soglia dei 75 anni, limite invalicabile per restare alla guida di una Diocesi. Così, come prevede il diritto canonico, ha già inviato una lettera per rimettere il proprio incarico nelle mani di Papa Francesco e andare "in pensione".
Tuttavia se è pur vero che questa riconsegna può essere di fatto accolta in tempi successivi, spesso anche molto dilazionati, pare che, come già successo per i suoi predecessori fiesolani, la proroga non supererà i sei mesi. Anche perché Papa Francesco lo ha detto chiaro già tempo fa: l’episcopato "non è un’onorificenza, ma un servizio".
Al momento a Fiesole nessuno si sente di sbilanciarsi sui tempi per l’arrivo del possibile successore di Meini. In tanti si augurano comunque che Monsignor Meini possa restare ancora a lungo a Fiesole, dove ha fatto il suo ingresso il 18 aprile 2010. Anche perché in questi anni Meini ha fatto, del contatto diretto con la gente, l’impegno prioritario del proprio episcopato. Impossibile riassumere le innumerevoli iniziative nelle quali il vescovo ha tradotto la sua opera di evangelizzazione, come l’attenzione verso i sacerdoti e i seminaristi o le visite pastorali. Meini è nato a Legoli di Peccioli, diocesi di Volterra il 17 novembre 1946. Venne ordinato presbitero il 27 giugno 1971. Prima di Fiesole è stato eletto alla sede vescovile di Pitigliano-Sovana-Orbetello il 13 luglio 1996.
Daniela Giovannetti