
Attore e poeta irriverente e geniale. Carlo Monni amava Firenze a tal punto che le Cascine per lui non erano un parco, ma la sua seconda casa e il suo ufficio all’aperto.
Chi voleva incontrarlo lo trovava lì, all’ombra di platani, lecci e querce. Per chi invece vuole ritrovarlo oggi, il Monni è al cinema coi suoi film, attraverso cui continua a parlare e a far divertire tutti.
All’anfiteatro Ernesto De Pascale delle sue Cascine, il suo ricordo rivivrà allo spazio estivo Ultravox Firenze, dove l’omaggio vedrà protagonista delle serate il grande schermo e 15 suoi film a ingresso libero.
La rassegna "Carlo Monni e gli amici suoi", realizzata in collaborazione con Spazio Alfieri, prende il via il 9 agosto con "Sogni di gloria", l’ultimo lavoro prima della sua scomparsa.
E prosegue ogni sera alle ore 22, fino al 23 agosto, con un film di culto a cui Carlo Monni ha prestato il suo genio attoriale spesso esilarante, talvolta drammatico, sempre irriverente. Il 10 agosto sarà la volta di "Albergo Roma" di Ugo Chiti, e poi "N (Io e Napoleone)" di Virzì, "Speriamo che sia femmina" di Monicelli, "Tu mi turbi" di Benigni, "Benvenuti in casa Gori", "Snack Bar Budapest" di Tinto Brass, "Berlinguer ti voglio bene" di Bertolucci. E poi "Tutti giù per terra", "Ritorno a casa Gori", "I laureati" di Pieraccioni, "Casablanca Casablanca" e "Caruso Pascoski" di Nuti, "Non ci resta che piangere" di Benigni e "La banda del brasiliano" di John Snellinberg.
"Da tempo ero convinto dell’importanza di ricordare la figura di Carlo Monni, tra le più irregolari, sorprendenti e straordinarie del cinema italiano e fondamentale per Firenze. E farlo qui nel ‘suo’ parco delle Cascine ha un significato molto forte. – ha detto l’assessore Tommaso Sacchi - . Carlo Monni è stato un grande attore, un poeta, un interprete mirabile e una figura geniale, esilarante, intriso di dramma e irriverenza, un artista completo e unico".
Durante le serate sarà possibile ritrovare il Monni insieme ai suoi tanti compagni di viaggio da Claudio Bisio a Monica Bellucci a Elio Germano, e di grandi registi italiani come Roberto Benigni, Paolo Virzì, Ugo Chiti.
Maurizio Costanzo