"Monni è brava ma è presto". Giani tira il freno a mano

E Funaro rimanda al mittente l’ipotesi di entrare in giunta regionale

"Monni è brava ma è presto". Giani tira il freno a mano
"Monni è brava ma è presto". Giani tira il freno a mano

Per i nomi veri è ancora presto. Lo sanno tutti. Ma alla fine nessuno si sottrae alla tentazione, rischiando di bruciare candidati e strategie.

"Se mi chiedono di Monia Monni esprimo una valutazione molto positiva", torna a dire il governatore toscano Eugenio Giani. Difficile non fare collegamenti sui "potenziali candidati a sindaco di Firenze", ma il dibattito sui nomi, tuttavia, "è prematuro". Giani fa la giravolta. Era stato lui a fare il suo nome. "Prima bisogna porre il problema dei temi e dei programmi per la città, perché la coalizione progressista deve arrivare con un’impostazione programmatica molto solida". Solo dopo "è giusto che vengano fuori i nomi. E se a quel punto mi chiedono di Monni, dico che è un assessore che ho in giunta, sono contento del suo lavoro e potrebbe essere adatta anche a quel ruolo". Ma sull’aeroporto? Giani è convinto che Monni abbia cambiato idea, che sia favorevole alla realizzazione della nuova pista. Sarà. L’attenzione destinata ai nomi dei papabili infastidisce il governatore che vorrebbe venissero valorizzate le iniziative anziché gonfiati i palloni della politica. Ma ormai la politica è questo: campagna elettorale perpetua, poltrone, nomi. Per cambiare è necessario modificare l’assetto e, probabilmente la stessa attuale classe dirigente.

Il valzer delle seggiole a qualcuno potrebbe anche andare di traverso. Nelle ipotesi di collocamento c’è già chi ragiona sul futuro della giunta regionale nel caso che Monni davvero uscisse per concorrere all’occupazione della stanza di Clemente VII in Palazzo Vecchio. Anche se i collocati non hanno alcuna voglia di essere sballotatti da un ruolo all’altro. Per esempio, Sara Funaro, la "candidata perfetta", potrebbe anche rimandare al mittente l’ipotesi di rimpiazzare Monni in giunta Giani. Ma allora? Che è ancora estate lo dice il clima. Arriveranno i temporali, finirà settembre. Ma ancora saremo lontani dal traguardo. Per un Giani che ha in testa uno schema, c’è un Nardella che ipotizza un quadro a tutt’altre tinte. Ormai tutti con l’idea che sarà donna. Ma se uscisse il nome giusto di un candidato di sesso maschile? Lo spettro delle primarie che forse ora fa meno paura, ma si preferirebbe evitarlo per via dell’effetto sorpresa: c’è stato con Elly Schlein e ci fu con Matteo Renzi. Con questo elettorato fluido chissà cosa succederebbe.

Le manovre che ieri sembravano aver chiuso la partita oggi vengono smontante come i tubi innocenti del palco dopo un concerto di piazza. Si monta, si rismonta.

Ilaria Ulivelli