REDAZIONE FIRENZE

Tossicodipendente morì dopo terapia, due medici assolti dall'accusa di omicidio colposo

Il giovane era deceduto nel 2015 per una polmonite che secondo l'accusa sarebbe stata provocata da una reazione allergica alla terapia a base di metadone

Un medico (foto repertorio)

Firenze, 16 aprile 2019 - Due dottoresse in servizio all'epoca dei fatti presso il Sert dell'Asl di Firenze sono state assolte dall'accusa di omicidio colposo in concorso per la morte di un giovane tossicodipendente, deceduto nel 2015 per una polmonite che secondo l'accusa sarebbe stata provocata da una reazione allergica alla terapia a base di metadone che gli era stata somministrata.

L'accusa per i due medici, difesi dagli avvocati Mario Taddeucci Sassolini e Pier Matteo Lucibello, era quella di "non aver interrotto la terapia dopo i primi sintomi della reazione allergica ma anzi di aver aumentato la dose di metadone, e di aver invitato il paziente a recarsi al pronto soccorso invece di predisporre gli accertamenti diagnostici necessari". Per la difesa, ha spiegato l'avvocato Mario Taddeucci Sassolini, l'uomo non morì a causa della terapia. Secondo il legale infatti, in sede di autopsia fu trovata nell'organismo dell'uomo una quantità di metadone incompatibile con la vita, "che lui si era procurato altrove".