COSIMO
Cronaca

Meno profitto e più rispetto per Firenze

Cosimo

Ceccuti

Già in occasione del clamore sollevato dall’allontanamento da una scuola degli Stati Uniti dell’insegnante “rea” di avere mostrato agli allievi la statua del David di Michelangelo, ho sostenuto che la vera questione non è quella di vietare l’immagine di un capolavoro universale – i tempi della “pudica” copertura dei nudi nell’arte sono in molti Paesi superati – ma di proibire l’uso, anzi l’abuso dei più noti capolavori, scomposti ed esaltati nei particolari anatomici in grembiuli, tazzine, canovacci ad uso di souvenir di pessimo gusto. Adesso la consapevolezza di dovere arginare lo sfruttamento a fine di lucro di un patrimonio cui spetta un doveroso rispetto entra sempre più nella coscienza di tutti, dalle istituzioni alla pubblica opinione. Si invocano aggiornamenti alle autorizzazioni concesse, spesso eluse, nonché regolamenti adeguati, emessi dagli organi competenti, a livello locale e nazionale. In tale direzione è da accogliere con grande soddisfazione la sentenza del Tribunale di Firenze che ha riconosciuto – su istanza dell’Accademia – la necessità dell’autorizzazione per la riproduzione del David. Ben venga un maggiore controllo da parte della Polizia Municipale dei venditori abusivi sparsi nelle vie del centro storico e sulla qualità della merce esposta sulle bancarelle e nei negozietti, pure in regola con le concessioni. Non è detto tuttavia che ciò sia sufficiente. È necessario un impegno collettivo per la realizzazione di quanto viene insistentemente invocato: un turismo più educato, un’accoglienza di livello. Pensiamo per un istante come sarebbe bello se gli ambulanti vendessero lavori artigianali della tradizione fiorentina anziché oggetti prodotti altrove, capaci di attrarre acquirenti solo per le loro allusioni sessiste. Si dirà che il profitto potrebbe essere minore, ma Firenze, la sua identità, la sua cultura meritano il rispetto di chi arriva e di chi accoglie.