Medici di base, in ambulatorio anche gli specializzandi

Emergenza pensionamenti, in uscita il 25% dei professionisti. In ambulatorio possono entrare anche gli specializzandi del primo anno

Medici di base

Medici di base

Firenze, 24 gennaio 2020 - Un grande esodo già cominciato. Da qui a tutto il 2022 se ne andranno, ogni anno, 200 dei medici di famiglia attualmente in servizio in Toscana. Per un combinato disposto di fattori: chi esce per pensionamento perché ha raggiunto i settanta anni, chi se ne va per aver raggiunto quota 100 e più di qualcuno che rinuncia all’attività anche prima. Fatto sta che si corre ai ripari per garantire l’assistenza ai cittadini. Sono circa 2700 i medici di base (esclusi i pediatri di libera scelta) in servizio in Toscana, in provincia di Firenze in tutto 650 (esclusa Empoli): alla fine del turnover il ricambio generazionale supererà il 25% del numero complessivo di professionisti. Un’emergenza che si affronta con due misure tampone: la prima, consentita per motivi di carenza di personale dal contratto nazionale di categoria in essere, dà la possibilità di innalzare il massimale di pazienti in carico a ogni medico di famiglia da 1500 a 1800. Un passaggio che potrà diventare permanente quando sarà firmato il nuovo contratto collettivo, che dovrebbe essere ai passaggi finali. Finalmente, dopo un decennio. "Questa misura è già stata messa in atto a Lastra a Signa per il pensionamento di due medici di famiglia che non è stato possibile sostituire", spiega Vittorio Boscherini, segretario provinciale fiorentino della Fimmg, la sigla sindacale sotto la quale si riunisce la maggior parte dei medici di medicina generale. Sicuramente per i medici, che se pure con più pazienti guadagneranno di più, ci sarà un aggravio di lavoro determinato non solo dall’aumento del numero degli assistiti, ma anche dall’incremento continuo di attività burocratico amministrativa. E, in ogni caso, l’aumento del massimale potrebbe non essere sufficiente a superare l’onda d’urto delle uscite: le prime difficoltà già si cominciano a sentire. E se ancora non si pensa di far tornare in ambulatorio i pensionati ("Il lavoro è pesante, quella di richiamare i pensionati ultrasettantenni sarebbe veramente l’ultima ratio", dice Boscherini), la risposta numero due all’emergenza sta proprio nei giovani. Grazie ai decreti Semplificazioni e Calabria l’Asl può stipulare contratti libero professionali con i medici in formazione specialistica specifica in medicina generale. Il corso dura tre anni, ma in caso di carenza di personale è possibile contrattualizzare gli specializzandi al terzo anno e in caso di necessità quelli del secondo e anche del primo. E, per i prossimi anni, dovrà essere ampliato anche il numero dei laureati in medicina cui è consentito l’accesso alla scuola di specializzazione. Dunque? "Sicuramente dobbiamo assicurare l’assistenza ai cittadini – spiega Boscherini – Ma ci dobbiamo preoccupare anche della qualità offerta ai pazienti e della tutela dei giovani medici che sicuramente al primo anno non hanno ancora maturato l’esperienza necessaria per affrontare tutti i casi anche complessi che un medico di medicina generale si può trovare davanti in ambulatorio". E’ proprio sulla tutela del paziente e del medico in formazione che l’Ordine dei medici non ha ancora trovato una linea comune. Tra chi è favorevole alla misura che permette di far entrare in ambulatorio anche i dottori al primo anno di specializzazione e chi è assolutamente contrario. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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