GIOVANNI SPANO
Cronaca

"Mamma, sei tu: che emozione". Mario, adottato da piccolo, trova le sue radici

L'uomo ha scoperto anche un fratello

Mario Lombardi davanti alla tomba della madre biologica morta nel 1993

Firenze, 21 febbraio 2016 - "E allora vado a dirlo alla mia mamma...". "Vai vai, ma guarda che quella non è tua mamma...". Avrà avuto sì e no dieci anni Mario Lombardi quando per la malignità di una signora poco tale – sua la risposta sferzante a quel piccolo scavezzacollo che giocava ai giardini D’Azeglio – seppe d’un colpo che l’adorata mamma Silvana non era la sua ‘vera’ mamma, ma ‘solo’ la signora Lombardi. E gli aveva dato il suo nome. La donna, forlivese, viveva a Firenze. Vedova e grande invalida civile a causa di un bombardamento verso la fine della guerra, l’aveva adottato, lui figlio di N.N., i primi 5 anni di vita trascorsi in orfanotrofio. Massimo ha continuato a voler benissimo alla donna che lo volle con sé: Silvana, classe ’22 morta nel 2001. Oggi Mario viaggia per i sessanta, portati magnificamente, è laureato in Lettere, insegna, è direttore artistico e artista lui stesso, volontario al Quartiere 1, rete di solidarietà. Finalmente ha concluso il percorso a ritroso che decise di intraprendere già anni fa. Un percorso per il ritorno alle origini, alle radici della sua esistenza. Alla scoperta della sua mamma biologica

Anche grazie alla sentenza di un giudice di Firenze che ha dichiarato incostituzionale la legge nel punto in cui vieta ai figli di N.N. di avere informazioni sulla madre biologica. "L’ho trovata. Si chiamava Nicolina Mezzadri, aveva due anni in più di mia madre Silvana che era del ’22. Viveva a Viadana, in provincia di Mantova. Morì il 27 marzo 1993 a Parma. Sono andato a trovarla...". Mario è un fiume (di emozioni) in piena. "Perché? Dovete sapere che un figlio adottivo sente fortemente che deve conquistarsi l’amore, ogni giorno". Lombardi racconta com’è arrivato a lei. L’incontro’ con la madre: "Il mio avvocato Francesca Censini ha presentato al Tribunale dei Minori una domanda di ricerca della madre biologica. All’udienza del 9 febbraio il giudice Laura Laera ci ha comunicato che avevano trovato il nome di mia madre. Ma non sapevano altro. Né di mio fratello – ebbene sì: ho un fratello! E proverò a rintracciare anche lui – né il motivo del mio abbandono. Ho avuto il nome di mia madre, il cuore sconquassato, anche la cancelliera che doveva trascrivere l’atto era sopraffatta dall’emozione". 

Mario è andato a Parma. "Sì, con il mio compagno. Convivo da 12 anni. Al cimitero ho mandato avanti lui. C’è la foto? Mi assomiglia? Mi ha risposto di sì, allora mi sono avvicinato. Ho riconosciuto i miei lineamenti. Sulla lapide, la dedica di un figlio. Ho pensato: ora anche io ho i famosi parenti. Le ho preso dei fiori e ho lasciato un biglietto col mio numero di cellulare. Da Parma ci siamo trasferiti a Viadana: ho incontrato un prete Don Floriano che mi ha dato alcune indicazioni, tra le quali andare in una casa di riposo a parlare con tanti anziani che facevano a gara per aiutarmi! Tracce di lei a Langhirano, dove con la famiglia si trasferì nel ’33. Da Viadana mi sono poi spostato a San Matteo delle Chiaviche dove un altro sacerdote, Don Angelo ha aperto tutti i registi di nascita. Le mie ricerche non s’interrompono".