FRANCESCO
Cronaca

L’ultima solitudine di Betocchi

Francesco

Gurrieri

Finirà mai questo vivere senza un amico degno di scambiarci una parola? E’il più ansioso e triste Natale della mia vita troppo lunga: è un passo della lettera che l’anziano Betocchi (1899–1986) scrive dal San Girolamo di Fiesole nel dicembre ’83 a Giovanna Vizzari: un frammento del prezioso epistolario inedito che Ruggero Albisani ha raccolto, ordinato e pubblicato con l’editrice fiorentina Clinamen. Il volume gode di un’attenta prefazione di Luigi Fontanella (docente alla State University di New York), convinto mallevadore di questo studio che definisce ‘preziosissimo’, quale testimonianza di una fase esistenziale piuttosto penosa, affrontata dal poeta con uno stato d’animo paziente, umile, da cui nasceranno le toccanti ’Poesie del sabato’ e le ’Ultimissime’: un periodo in cui perfino la grazia della fede vacillerà, ma non la poesia. Il testo di Ruggero Albisani - che ha potuto godere della profonda confidenza del padre Sauro con Betocchi -, è l’ultimo fecondo coltissimo contributo alla comprensione di quell’etica di Betocchi che riposa sui sentimenti di letizia, pazienza e carità. Quest’epistolario con la più giovane Vizzari si accende nel marzo 1978 e si estingue col febbraio 1986; e come nell’alternanza dei sentimenti che caratterizzano la vita, anche fra le righe di queste lettere si legge la ferita del dolore fisico, la letizia che soccombe all’inquietudine, l’insonnia quale testimonianza desolata e arresa di chi, coscientemente, sta lottando con chi sa di perdere. Ricorrono i rapporti con gli amici più cari, rapporti costruiti negli anni di militanza nel ruolo pubblico di operatore culturale, talvolta di lunga gittata temporale, com’è per Bargellini, Caproni, Bo, De Robertis. E riaffiora anche, inevitabilmente, come fu per Ungaretti, Montale, Luzi, l’equazione esistenziale che è anche tema biblico, fra eros e thanatos : tema trattato in versi ’Nel giardino di Susanna’. Così, nel carteggio con la Vizzarri, si coglie – e Ruggero Albisani lo sottolinea – questa “primavera fuori stagione” a contrastare l’inverno della solitudine interiore.