Lotti e Di Giorgi, l’ira degli esclusi Nardella tira un sospiro di sollievo

Il sindaco ringrazia il segretario Letta: "Ha tenuto fede all’impegno di ascoltare i territori"

Migration

Il primo a farsi esplodere di buon mattino è Luca Lotti. Che deve avere avuto una notte d’inferno. Fuori i tuoni, dentro i turbamenti di chi si sente tradito dal Pd: "Il segretario del mio partito ha deciso di escludermi dalle liste per le prossime elezioni politiche – scrive su Facebook -. Mi ha comunicato la sua scelta spiegando che ci sono nomi di calibro superiore al mio. Confesso di non avere ben capito se si riferiva a quelli che fino a pochi mesi fa sputavano veleno contro il Pd e che oggi si ritrovano quasi per magia un posto sicuro nelle nostre liste".

Lotti, il ’lampadina’ che a Firenze ha sempre avuto un ruolo chiave, non la tocca pianissimo e parla di "scelta politica. Non si nasconda nessuno dietro a scuse vigliacche". "Ho sempre agito per il bene del mio territorio e del mio partito - scrive ancora -. Non ho condiviso la scelta di tanti amici nel 2019 di uscire dal Pd e, anche grazie a quella decisione, il Pd è rimasto presente in Parlamento dove, lo dicono i numeri, rischiava di sparire. Ecco perché fa male in queste ore ascoltare inutili polemiche e fake news sulle motivazioni della mia mancata ricandidatura". E aggiunge: "Dispiace scoprire che i dirigenti abbiano abbandonato uno dei cardini della nostra identità: il garantismo". Il riferimento è ai processi in corso per Consip e Open che vedono tra gli imputati anche l’ex ministro renziano allo sport. Il caffè è andato di traverso. Tra le voci a favore c’è quella dell’ex assessore Graziano Cioni: "Luca era un uomo del Pd e Letta lo ha bruciato senza valide motivazioni". Il resto della giornata? Piuttosto pesante. Siamo a metà pomeriggio. Rosa Maria Di Giorgi, capogruppo Pd in commissione Cultura alla Camera, anche lei esclusa, è un fiume in piena: "I territori sono stati usati in modo strumentale per portare avanti un disegno rancoroso che non fa onore al Pd e che mi porta a riflettere sulla mia appartenenza ad un partito che ha dimostrato di aver così poca cura di quella dimensione plurale e progressista che aveva costruito negli ultimi anni". Sulla composizione delle liste "quello che è accaduto va al di là di ogni più fosca previsione - rincara Di Giorgi -. L’impressione è che si stia cercando di ricostruire i Ds".

Il sindaco Dario Nardella usa tutta la diplomazia del mondo ma in fondo il risultato-Gianassi è (quasi al sicuro): "Capisco l’amarezza" dei parlamentari uscenti che non vengono ricandidati, anche perché "questa legge elettorale è pessima, prevede listini bloccati, e un sistema complesso che scarica sul sistema dirigente la responsabilità di fare scelte spesso dolorose". Ma tra i dem ci sono anche parecchi vincitori: Simona Bonafé, Emiliano Fossi e Federico Gianassi. Su quest’ultimo nome (lui si è detto "onorato") potrebbero aprirsi scenari interessanti a Palazzo Vecchio sull’eventuale successione. "Ringrazio il segretario Letta perché ha tenuto fede all’impegno di ascoltare i territori", chiosa Nardella. Magari quando Lotti ha chiamato, ha trovato occupato.

Niccolò Gramigni

è arrivata su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro