REDAZIONE FIRENZE
Cronaca

L’omicidio di Maati. Corte d’Assise a ottobre. Cinque a rischio ergastolo

Il gip ha disposto il giudizio immediato per i presunti killer del minorenne. La prima udienza si terrà nell’aula bunker. Verso l’archiviazione il sesto indagato.

Il 17enne ucciso a coltellate il 29 dicembre scorso a Campi Bisenzio

Il 17enne ucciso a coltellate il 29 dicembre scorso a Campi Bisenzio

di Pietro Mecarozzi

Sarà il prossimo 16 ottobre, all’aula bunker di via Paolieri davanti alla Corte d’Assise di Firenze, la prima udienza del processo per la morte di Maati Moubakir, il 17enne ucciso a coltellate il 29 dicembre scorso a Campi Bisenzio. Lo ha deciso il gip Angela Fantechi, che ha disposto il giudizio immediato richiesto qualche settimana fa dal procuratore titolate dell’indagine, Antonio Natale, per i cinque giovani accusati di aver ucciso brutalmente il minorenne. Non è stata invece ancora notificata la decisione del giudice sulla richiesta di archiviazione per il sesto indagato, difeso dall’avvocato Vittorio Sgromo.

In base a quanto ricostruito dagli inquirenti, Maati sarebbe stato inseguito dal branco e ferito a morte per uno scambio di persona. A ottobre a comparire al banco degli imputati saranno Diego Voza, 18 anni, il fiorentino Denis Alexander Effa Ekani, 22 anni, Denis Mehmeti, 20 anni, il pratese Ismail Arouii, 20, Francesco Pratesi, 18 anni, anche lui fiorentino. Per i cinque indagati, sottoposti a misura cautelare dal gennaio scorso, l’accusa è di concorso in omicidio volontario aggravato dall’aver agito per futili motivi e con crudeltà, per la particolare efferatezza dell’azione criminosa.

Cosa rischiano? Considerando le aggravanti, per i presunti killer non sarà possibile accedere al rito abbreviato e alla ’riduzione’ di un terzo della pena. Tutti e cinque rischiano la pena massima dell’ergastolo.

Quella notte di dicembre, tutto sarebbe iniziato da un alterco dentro la discoteca Glass Globe tra una ragazza della compagnia di Campi Bisenzio e un ragazzo, probabilmente non del posto. Quest’ultimo sarebbe stato additato dalla giovane donna di essere il responsabile del furto della sua sigaretta elettronica ’Iqos’ avvenuto addirittura l’estate precedente. Lui, per tutta risposta, avrebbe risposto all’accusa sputandogli in faccia, per poi dileguarsi. Un gesto che ha scatenato un flusso di ricerche e telefonate mirate a ritrovarlo per dargli ’una lezione’. Così, nel giardino della scuola Matteucci, nel dopo discoteca, la ricerca del responsabile sarebbe andata avanti con l’aggiunta di persone che non erano neanche in discoteca. Fino all’”identificazione”, si fa per dire, di Maati. Che con quel furto della sigaretta elettronica, e con quello sputo, non c’entrava nulla. Ma ormai era finito suo malgrado dentro a quella spirale di violenza cieca e incontrollata.

Maati è stato dapprima colpito al volto con oggetti e pugni, mentre intanto cercava di scappare e urlava ai suoi aguzzini: "Fra, non sono io, non sono io, lasciatemi vi prego". Un primo fendente gli è stato poi inferto sul volto. Le altre coltellate sono state sferrate in momenti diversi. Le ferite toraciche sono state le ultime due subite, quando Maati già sanguinante si trovava sull’autobus. Entrambi sono gravi, entrambi raggiungo il cuore. La prima, spiega il medico legale, avrebbe potuto essere trattabile con un intervento cardiochirurgico in emergenza. La seconda, invece, “ha leso il cuore creandovi un’ampia breccia, risultando mortale”.