
Una scoperta destinata a sollevare il velo di mistero che spesso circonda i paesaggi sfondo dei celebri dipinti di Leonardo. La conferenza di ieri, “La Gioconda svelata dalla scienza. Una nuova scoperta mondiale”, al Centro espositivo Leo-Lev ha visto riuniti l’ingegnere Pascal Cotte, ricercatore scientifico, direttore della Lumiere Technology, collaboratore dell’Università di Bologna, la dottoressa Chiara Matteucci, del dipartimento dei beni culturali dell’Università di Bologna, Sylvain Thieurmel, esperto scientifico e ricercatore specializzato nella pittura di Leonardo da Vinci e Nicola Baronti del Comitato FAI “Noi per San Pantaleo“ nonché presidente dell’associazione Vinci nel cuore. Ospite a sorpresa, il governatore della Toscana, Eugenio Giani, che si è trattenuto per ascoltare i dettagli della rivelazione annunciata in apertura: quale paesaggio è ritratto nello sfondo della Gioconda. Nell’introdurre gli ospiti, la responsabile di Leo Lev ha ricordato come "il nostro centro è e rimane un luogo aperto per il confronto e la discussione per la valorizzazione e promozione di Leonardo da Vinci, nel segno dell’indimenticato Carlo Pedretti, che è nel nostro pensiero sempre e nelle nostre azioni".
Pascal Cotte ha quindi illustrato come ha fatto a ricostruire che il paesaggio dietro la Monna Lisa è quello dei monti pisani e della torre di Caprona. L’analisi delle carte geografiche disegnate da Leonardo e due schizzi con la sanguigna, pubblicati da Carlo Pedretti, hanno permesso di confermare questa identificazione paesaggistica e di ripercorrere il passaggio di Leonardo sui monti pisani, da Vicopisano, Cascina, Calci. Sylvain Thieurmel ha illustrato, quindi, tutte le fasi della sua verifica sul campo fatta in Toscana partendo proprio dai risultati delle analisi eseguite da Pascal Cotte utilizzando la tecnica scientifica Layer Amplification Method. Un sistema di indagine grazie al quale sono stati scandagliati in maniera non invasiva gli strati nascosti sotto la superficie della Gioconda, scattando anche immagini multispettrali in alta risoluzione, e ricostruendo l’esatta cronologia della creazione dei vari strati dipinti. E’ da questo che si è risaliti all’identificazione dei monti pisani, identificazione verificata , appunto, da Thieurmel. Che ha ipotizzato come Leonardo sia stato accompagnato dal suo allievo e amante Salai alla torre di Caprona e alla Verruca nel 1503 quando studiava la deviazione del corso dell’Arno per conto dei fiorentini in guerra contro i pisani. La ricerca ha poi portato Thiermeul alla scoperta anche di una grotta situata a Uliveto Terme, ai piedi del monte Verruca, dove c’è una roccia che somiglia al paesaggio che Leonardo dipinse nella “Vergine delle Rocce“ che si trova al Louvre. Ma questa è un’altra scoperta.
Francesca Cavini