
Il presidio a Santa Maria Novellla
Un anno e mezzo di attesa, nessuna risposta. A muoversi stavolta non sono stati solo i treni – molti dei quali cancellati – ma anche chi quei treni li fa andare. A Firenze, come in tutta Italia, i lavoratori ferroviari hanno incrociato le braccia per chiedere un contratto che ancora non arriva. Una trentina di dipendenti del gruppo Fs si è ritrovata sotto in piazza della Stazione con le sigle Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti per dare corpo e voce al primo sciopero nazionale del personale ferroviario e degli appalti, indetto per chiedere il rinnovo del contratto collettivo, scaduto da un anno e mezzo. Un presidio essenziale ma compatto, simbolo di una mobilitazione più ampia che, nella sola Toscana, riguarda circa seimila persone. Tra le 9.01 e le 17.00 la categoria era in sciopero e l’intera rete ha risentito della protesta. Solo a metà giornata, i treni cancellati erano già sette. I disagi inevitabili: tra turisti stranieri spaesati e pendolari in cerca di una soluzione, la mobilitazione si è fatta sentire: "Per i viaggiatori ci dispiace – spiega Monica Santucci segretaria Filt Cgil – ma la protesta è necessaria, oltre al contratto chiediamo un adeguamento salariale al caro vita".
Una prima azione di lotta che mira a rimettere al centro il lavoro in un settore che, ricordano i sindacati, ha già rinnovato i contratti nazionali per la logistica, il trasporto merci e il trasporto pubblico locale. "Chiediamo un contratto equo e dignitoso", hanno ribadito Filt, Fit e Uiltrasporti durante il presidio convocato proprio accanto all’ingresso dello scalo ferroviario. Nel mirino, l’assenza di risposte concrete da parte delle controparti: non solo sul piano economico e normativo, ma anche sul sistema classificatorio, la riorganizzazione del polo merci e il nodo degli appalti.
"Le nostre richieste sono sul tavolo da tempo – spiegano i sindacati – ma il confronto non parte". Intanto, sui binari, i ritardi si accumulano. Sullo sfondo, la richiesta semplice ma pesante di chi lavora ogni giorno in un settore che muove il Paese: essere ascoltati. Un altro problema sollevato da Leonardo Mugnaini di Uil trasporti riguarda le aggressioni nei confronti del personale. I sindacati sono chiari, servono tutele concrete.? Gabriele Manfrin