REDAZIONE FIRENZE

Lo “schwa“ Nuova lettera per l’inclusione

Al posto del maschile nei gruppi misti una vocale intermedia include tutti.

Perché in italiano quando ci riferiamo a gruppi di persone misti usiamo termini al maschile? Abbiamo notato che altre lingue, per esempio l’inglese, utilizzano il neutro oppure la “s“ per il plurale. Per rendere la nostra lingua più inclusiva, negli ultimi tempi è comparsa una nuova lettera, una specie di “e“ rovesciata, detta “schwa“, e il suo suono è a metà strada tra altre vocali: si pronuncia come le vocali finali in napoletano. Lo “schwa“ è un nome derivato dall’ebraico medievale “shav“, potrebbe voler dire “niente“, mentre secondo altre teorie linguistiche è più plausibile che il suo significato sia sinonimo di “uguale“, di “pari“.

Di conseguenza, chi non vede di buon occhio il retaggio patriarcale che ci spinge in italiano a usare il genere maschile come se fosse neutro, riferendoci di continuo a una persona non meglio identificata con il maschile, o parlando al maschile di un gruppo di persone di genere misto, ha cominciato a proporre delle alternative più inclusive in merito. Insieme alla civiltà, anche le parole si devono evolvere e così stanno facendo, anche grazie allo “schwa“.