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Firenze, 19 agosto 2018 - CI SONO ancora 10mila pazienti in attesa di intervento. Troppi. La lista della chirurgia generale negli ospedali dell’Asl Toscana Centro (che riunisce le aziende di Firenze, Prato, Pistoia ed Empoli) è eccessivamente affollata: si aspetta troppo e in maniera difforme tra una struttura e l’altra, nonostante l’incremento del numero d’interventi nel primo semestre del 2017, faccia ipotizzare che l’anno si chiuderà con almeno il 16% in più (da gennaio a giugno di quest’anno sono state fatte 13.734 operazioni contro le 23.886 dell’intero 2016).
Per questo l’Asl corre ai ripari. Individuato il problema principale nella carenza di personale, con un turnover bloccato da anni che non ha permesso il rieintegro neppure parziale delle forze in uscita, negli ultimi mesi, solo per l’area chirurgica, in servizio tra sale operatorie e degenze, sono stati assunti 16 chirurghi generali (8 per l’area fiorentina e 8 per gli altri ospedali), 3 oculisti interventisti (soprattutto dedicati al progetto cataratta, per cui è stata rinforzata la convenzione con Villa Maria Teresa a Figline Valdarno, dove operano oculisti dell’Asl), 16 anestesisti, 315 infermieri professionali e 106 operatori sociosanitari.
Numeri che hanno subito fatto salire il numero degli interventi ma che hanno bisogno di crescere ancora per dare una risposta definitiva al problema. Perché se è vero che da Firenze dove ormai è pratica consolidata, la sperimentazione degli ingegneri gestionali nell’organizzazione delle liste in sala chirurgica è stata estesa agli ospedali di Prato e Pistoia, portando già i primi positivi risultati (solo grazie all’ottimizzazione dell’utilizzo dei posti letto e del personale a disposizione, a Prato, nel mese di maggio, sono stati fatti 60 interventi in più rispetto al mese precedente), è altrettanto vero che la grande carenza di anestesisti, ma anche di infermieri, continua ad essere un problema che batte alle porte delle sale operatorie. Che funzioneranno anche il sabato mattina in tutte le strutture, con il personale che lavora in attività aggiuntiva.
«Abbiamo intanto messo il primo mattone del progetto di integrazione e completamento degli organici, non ancora a regime», spiega Sandro Giannessi, direttore dell’area di chirurgia generale dell’Asl Toscana Centro, illustrando le strategie per abbattere il muro dei 10mila.
«E’ già partito anche il lavoro di ripulitura delle liste che si ipotizza quando sarà concluso porterà ad un abbattimento del 10% delle richieste non più attuali – dice Gianessi – Abbiamo cominciato a chiamare i pazienti in attesa: di quelli in lista molti erano già stati operati, mentre tanti nomi risultavano iscritti nelle liste di più ospedali contemporaneamente».
Rinnovate, ampliate o avviate anche convenzioni con case di cura su tutto il territorio. «Al Cesat, il centro di ortopedia artroprotesica dell’ospedale di Fucecchio, il progetto è quello di passare da 20 a 50 interventi entro la fine del 2017», dice Giannessi. E in effetti le attese per interventi di chirurgia ortopedica sono fra le più lunghe: c’è anche chi ha aspettato due anni per la protesi dell’anca. Sempre per la chirurgia ortopedica, rinnovata la convenzione con la casa di cura Frate Sole a Figline Valdarno e Villa Fiorita a Prato.