L’inchiesta sul Maggio Musicale Revocata la richiesta per Pereira

Retromarcia della procura dopo le dimissioni del sovrintendente e l’arrivo del commissario Cutaia: venuto meno il rischio di reiterazione. Ma resta indagato per malversazione dei contributi e peculato.

FIRENZE

Decisivo è stato l’arrivo del commissario Onofrio Cutaia, e la conseguente decadenza del consiglio di indirizzo targato Alexander Pereira. Alla luce dell’insediamento del nuovo amministratore del Maggio Musicale, la procura ha fatto anche un passo indietro, rispetto alla richiesta di misura interdittiva - della durata di dodici mesi - avanzate nelle passate settimane dalla pm Christine Von Borries per una presunta malversazione di contributi pubblici.

Il pm ha presentato ieri mattina, al gip Agnese Di Girolamo, la sua revoca. E il giudice ha disposto il non luogo a procedere.

Pereira era rappresentato dal suo difensore, Sigfrido Fenyes. Se non fosse arrivata la retromarcia della procura, l’interrogatorio sarebbe stato riprogrammato. Ma non ce n’è stato bisogno. Era del resto prevedibile che con il mutare dell’assetto del Maggio Musicale, potessero venir meno i rischi di reiterazione del reato contestato.

Ma l’indagine a carico dell’ex sovrintendente resta. Su almeno due fronti, noti all’indagato: il peculato, relativo alle spese effettuate da Pereira con la carta della fondazione o portate a rimborso (tra questi, il volo privato, la cena a Ibiza, il trasloco da Milano a Firenze al costo di oltre ventimila euro); e appunto la malversazione di circa otto milioni e mezzo di euro del contributo ricevuto dal governo per fronteggiare il debito. Soldi che Pereira non ha mai fatto mistero di avere destinato alle necessità cogenti come il pagamento dei fornitori o degli stipendi dei dipendenti.

Intanto, al Maggio è cominciata la nuova era nel segno di Cutaia. Che come primo atto al suo insediamento, ha sbloccato la questione degli stipendi per i dipendenti dando il "via formale al mandato di pagamento, nel pieno rispetto delle leggi vigenti". "Dobbiamo tutelare il bene più prezioso per il nostro teatro - ha detto Cutaia -, il lavoro delle persone che lo compongono". Ma non c’è solo il nodo stipendi a riempire le giornate del commissario.

Entro giugno il commissario straordinario dovrà presentare il bilancio in pareggio, altrimenti, secondo legge, dovrebbe portare i libri in tribunale e chiedere la liquidazione coatta del teatro. Una situazione che riporta alla memoria il 2012, quando arrivò al Maggio come commissario straordinario Francesco Bianchi, che riteneva la liquidazione coatta amministrativa l’unica soluzione per salvare il teatro dalla definitiva e totale chiusura. Oggi i milioni da trovare per riportare il bilancio in pareggio sarebbero tre. E intanto, la finanza continua ad acquisire documentazione.

ste.bro.

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