di Stefano Brogioni
FIRENZE
Una fidejussione di 10 milioni a coprire il potenziale danno che Gest avrebbe cagionato a Palazzo Vecchio. I francesi di Ratp tentano così di evitare il commissariamento chiesto dalla procura, che li accusa di falso in bilancio per aver occultato redditività destinandola alla voce accantonamenti.
La mossa della “garanzia“ potrebbe far cambiare idea ai pm riguardo alla necessità di far intervenire un commissario giudiziale alla guida di Gest. Questo non significherebbe compromettere l’indagine, che andrebbe comunque avanti sulle ipotesi di reato avanzate dai pm Luca Turco e Ornella Galeotti.
Venerdì è in programma l’udienza dal gip Silvia Romeo, incaricata di valutare una richiesta complessa di misure verso l’azienda che, con una convenzione, gestisce le linee tramviarie cittadine. Contratto che coinvolge anche Tram, soggetto che, secondo le accuse dei magistrati, tanto “terzo“ non sarebbe, bensì più spalmato su Gest, soprattutto quando dentro a Tram Spa non c’è più Ataf. Gest avrebbe mascherato la propria redditività, facendo apparire risultati economici di esercizio inferiori rispetto a quelli reali al fine di operare da una posizione di forza nell’ambito delle contrattazioni con il Comune di Firenze.
Gest avrebbe esposto nei bilanci, alla voce "accantonamenti" effettuati per grandi revisioni del materiale rotabile e per infrastrutture, valori fondati su costi fortemente sovrastimati. Nel periodo temporale dal 2015 al 2020 tale fondo sarebbe stato "sovrastimato per circa 10 milioni di euro, così avendo la società occultato redditività per circa 7 milioni di euro", dicono i pm.
La ragione di tale condotta sarebbe connessa alla determinazione dei contributi in conto esercizio a carico del Comune.
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