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L’inceneritore va giù dopo 37 anni: "Un nuovo impianto per il riciclo"

Alia Multiutility dà il via alla demolizione dell’impianto a San Donnino: adesso piano da 40 milioni di euro. Il presidente Perra: "Comincia un’era diversa: qui un polo di gestione per i rifiuti elettrici ed elettronici".

di Pier Francesco Nesti

FIRENZE

La sirena è suonata alle 12.10. È stato quello il segnale che ha dato il via alla demolizione delle ciminiere dell’ex inceneritore di San Donnino, aperto nel 1973 e chiuso 13 anni dopo, nel luglio del 1986. E che porterà alla realizzazione di un nuovo polo di gestione dei rifiuti elettrici ed elettronici (Raee): pc, smartphone, tablet, stampanti, ma anche lavatrici, frigoriferi e tutti i dispositivi che possono essere recuperati per ricavare materie prime sempre più preziose.

Un impianto che da cronoprogramma entrerà in funzione nel giugno 2026 mentre entro la fine dell’estate saranno conclusi i lavori iniziati ieri. Un investimento da 40 milioni, in parte finanziato, per 3 milioni e mezzo, anche con fondi Pnrr, che mette fine, come ha spiegato il presidente di Alia Multiutility, Lorenzo Perra, a "un’area che ha segnato nel tempo la gestione dei rifiuti e di quello che era definito come il ‘bruciatore di Firenze’. Si parla di un’altra epoca, in cui non c’era né recupero di energia, né di materie prime. Basti pensare che allora in Italia gli inceneritori erano in tutto 250. Oggi invece si apre in modo ancora più chiaro la strada verso quello che è il concetto di economia circolare".

Con una potenzialità di trattamento fino a 65mila tonnellate l’anno, il progetto prevede la costruzione di due nuovi edifici, rispettivamente di 9mila e 3mila metri quadrati, su una superficie complessiva di 20mila metri quadrati, che ospiteranno l’attività di recupero Raee, oltre alla realizzazione di una linea specializzata nel trattamento dei pannelli fotovoltaici a ‘fine vita’, al recupero funzionale dell’edificio dell’ex inceneritore e alla riqualificazione dell’area a verde.

Guardando invece al futuro, dal trattamento di una tonnellata di schede elettroniche presenti nei dispositivi smaltiti sarà possibile ricavare 129 kg di rame, 43 kg di stagno, 15 kg di piombo, 0,35 kg di argento e 0,24 kg di oro. "Quello che viviamo – ha detto l’assessore regionale all’Ambiente, Monia Monni – è un giorno storico, che ci permette di assistere all’abbattimento di uno dei simboli negativi di questo territorio e di tante generazioni. Oltre a essere un significativo passo in avanti verso l’economia circolare e la sostenibilità che vogliamo". Concetti ribaditi dal sindaco di Firenze, Dario Nardella (insieme a lui anche i sindaci di Campi e Lastra a Signa, Andrea Tagliaferri e Angela Bagni, oltre all’assessore all’Ambiente del Comune di Sesto, Beatrice Corsi), che ha voluto evidenziare inoltre come la Toscana sia già in linea con la normativa europea che prevede, entro il 2030, il 65% del riciclaggio dei rifiuti urbani.

"L’Ato Toscana Centro – ha detto Nardella – è già oggi al 66% e con l’abbattimento delle ciminiere, atteso da decenni, entra nel vivo la riqualificazione di un impianto che diventerà un fiore all’occhiello per Firenze, ma anche in Italia per il recupero di rifiuti elettrici ed elettronici. La speranza è che tutto ciò possa fungere da traino anche per i territori vicini". Una risposta in tal senso arriva da Alia Multiutility che entro il 2028 vedrà conclusa l’attivazione del piano industriale che prevede l’ammodernamento degli impianti di trattamento meccanico biologico di Case Passerini a Firenze e di via Paronese a Prato, la realizzazione dei biodigestori di Montespertoli e Peccioli, di un impianto di recupero di carta e cartone a Pistoia, di un impianto di recupero degli scari tessili a Prato e il potenziamento di Revet a Pontedera per quanto riguarda il riciclo delle plastiche e degli impianti Wtc.