REDAZIONE FIRENZE

L’importanza vitale di avere un rifugio

L'articolo riflette sull'importanza del rifugio personale come spazio intimo e protettivo, violato durante i conflitti che privano le persone delle proprie case e radici, causando profonde ferite fisiche e psicologiche.

Ognuno di noi ha un rifugio in cui è possibile essere pienamente se stesso, dove godere della serenità e della tranquillità di cui abbiamo sempre bisogno e in cui vivere spogliandosi completamente dei ruoli sociali che ricopre. In questo contesto oggetti, colori, tende, distribuzione delle cose rispecchiano il nostro modo di essere, di vivere, di fuggire dai propri e opprimenti impegni quotidiani. Magari in questo piccolo mondo è possibile anche sognare ammirando una serie di foto appoggiate su un mobiletto, delle piantine sulla finestra, e dei giocattoli sparsi su un divanetto. Così la casa si trasforma in una realtà morale in quando allestita per accogliere ogni forma di intimità, per le persone, gli animali che ci vivono, per le immagini e i ricordi che queste suscitano. Uno spazio non può essere intimo se non racconta una storia di sè e tutto ciò che è presente al suo interno non è più separabile dalla propria vita e esperienza. Questo ambiente diventa luogo di amore e di intimità e si contrappone a quello del lavoro e sociale rendendo possibile il raggiungimento del piacere.

E’ quindi un bene prezioso perché protegge il nostro intimo segreto che per questo non può essere condiviso con gli altri. E’ il luogo della vita e dell’anima di ognuno di noi , custode del tempo interiore e di memorie care. Durante i conflitti il sistematico e consapevole abbattimento di abitazioni e in alcuni casi la distruzione di interi villaggi ha lasciato le persone senza un rifugio, violando peraltro il diritto umanitario di quelle popolazioni. La gente è stata trascinata fuori dalle proprie case, le ha viste incendiare e poi ha assistito all’azione dei bulldozer che hanno raso al suolo edificio dopo edificio distruggendo tutto. Abbattere una casa non è soltanto buttare giù i muri . costringere le persone ad abbandonare quegli spazi a cui erano legati, ma è portare via loro l’anima e tutto ciò che amavano di più. Le guerre colpiscono fisicamente e psicologicamente chi le subisce in prima persona. La distruzione di quei rifugi ha cancellato le radici, le memorie, gli affetti e i progetti di vita delle persone che ci abitavano e che hanno subito la pazzia degli altri uomini.