
Duro botta e risposta a distanza tra il titolare del MiC e lo storico d’arte "La Fondazione è troppo importante, deve essere amministrata bene". Il rettore: "La mia sostituzione è soltanto una questione politica".
Dalla non riconferma di Tomaso Montanari alla Fondazione Ginori alla poltrona in bilico di Marco Giorgetti alla Fondazione Teatro della Toscana, passando per la proposta di intitolare una rotonda a Giovanni Gentile: il ministro della Cultura, Alessandro Giuli – ieri a Firenze per il finale della due giorni ‘Spazio Cultura. Valorizzare il passato, immaginare il futuro’, organizzato al Teatro Niccolini dai gruppi parlamentari di Fratelli d’Italia alla Camera ed al Senato – non si risparmia sulle questioni locali che lo hanno chiamato in causa più volte. "Ho ricevuto dal sindaco di Sesto un invito formale a recarmi alla sede della Fondazione Ginori, invito che accetto. Preannuncio che andrò assieme al prossimo presidente, Marco Corsini. Andremo insieme e sarà molto bello visitare la Fondazione" dichiara Giuli specificando che la visita sarà "entro l’estate". Intanto una ’visita’ l’ha fatta anche il segretario Pd di Sesto, Lorenzo Zambini, che si è recato a Rio dell’Elba per stringere con i dem del comune un "patto democratico contro lo sfruttamento dei beni culturali a fini politici". La mancata conferma di Montanari e la conseguente scelta di dare la presidenza della Fondazione Ginori a un sindaco di destra, ha irritato la politica locale. Ma il ministro non ha alcuna intenzione di fare un passo indietro.
"La Fondazione Ginori è troppo importante perché non venga amministrata bene. Bisogna lavorare più che stare in tv" dice Giuli mandando una frecciatina a l’"odiatore militante" (Montanari e non solo ndr). "Il mondo della cultura e dei media è talmente vasto vi pare possibile che non si trovi un posto adeguato a una figura come la sua? Basta bussare a casa Giani: lo nomini lui, non lo attacco se lo nomina nel Cda. Non mi incateno da nessuna parte". Quindi, Giuli chiarisce: "La presidenza deve essere affidata a una persona che depoliticizza, decomprime il conflitto e non asseconda l’idea che si debba per forza ricorrere a intelligenze che, come volti l’angolo, non si mettono al servizio della causa, ma sputacchiano".
Montanari, però, non ci sta e replica duramente. "Giuli sostiene di aver depoliticizzato la governance della Fondazione Ginori, nominando un avvocato già assessore di Alemanno al posto di uno storico dell’arte senza alcuna affiliazione politica. La mia nomina fu tutto tranne che politica: fu firmata da Dario Franceschini che avevo e ho criticato molto più di quanto abbia criticato Giuli anche per mancanza di qualcosa da criticare, essendo un ministro irrilevante" tuona il rettore dell’Università per stranieri di Siena. "La mia sostituzione, invece, è totalmente politica, come Giuli di fatto ammette" aggiunge. "Quanto alla battuta sul fatto che per trovare un posto dovrei bussare a Giani, ricordo che non sono alla ricerca di alcun posto: ho già un lavoro, frutto di un concorso pubblico, e l’incarico alla Ginori è gratuito. È semmai Giuli che, prima al Maxxi e ora al MiC, ha ottenuto lauti stipendi grazie alla sua amicizia personale con le sorelle Meloni, e senza alcuna qualifica (nemmeno una laurea)".
Sul caso Gentile – nei giorni scorsi il vicepresidente del consiglio Alessandro Draghi (FdI) aveva proposto di intitolare una rotonda al filosofo – nasce un nuovo botta e risposta tra il ministro e la sindaca di Firenze. "Di fronte al fatto che l’Italia è costellata di vie Giovanni Gentile, si ostina a non capire che una richiesta del genere va nella direzione di una concordia, di una pacificazione nazionale" tuona Giuli. "Fino a che sarò sindaca di Firenze questa città non avrà un’intitolazione a Gentile, per rispetto della storia e dei valori dei fiorentini" la replica di Sara Funaro.