Lì dove l’acqua ha picchiato più forte: "Smaltire i rifiuti qui è un’impresa"

Lì dove l’acqua ha picchiato più forte: "Smaltire i rifiuti qui è un’impresa"

Lì dove l’acqua ha picchiato più forte: "Smaltire i rifiuti qui è un’impresa"

di Pier Francesco Nesti

CAMPI

A fare da confine fra il tratto di via Fratelli Cervi dove c’è l’ex Gkn e quello che invece ospita l’area industriale di Campi, scorre la Marinella. Ed è sufficiente oltrepassarlo, quel confine, per trovarsi in un altro mondo. Le tante aziende che qui lavorano oltre a essere state gravemente danneggiate dall’alluvione, devono fare i conti anche con lo smaltimento dei rifiuti. Problema non da poco, come è nel caso di ‘Novità Home’, realtà attiva sul territorio da trent’anni e specializzata nella vendita all’ingrosso di complementi arredo e oggettistica per la casa. Seimila metri quadrati di superficie invasi da quasi due metri d’acqua. Già, perché oltre alla Marinella si è aggiunta anche quella del Bisenzio, provocando qualcosa che si spiega difficilmente se non sui vede con i propri occhi. Tutto quello che era custodito nel primo piano della scaffalatura, ora è buono solo per il macero, senza contare gli uffici, lo show room, che era uno dei gioielli dell’azienda, tutto devastato dalla piena. Col risultato che, dopo l’acqua, ora è il piazzale esterno dell’edificio, almeno 4mila metri quadrati, a essere invaso dai rifiuti. Con difficoltà non di poco conto, anche perché, dopo una parziale risistemazione, l’attività è già ripresa, anche se immaginabile in quali condizioni. Di tutto questo ne abbiamo parlato con Laura Brandi, che insieme al marito, Stefano Cerretelli, e al figlio Tommaso, gestisce ‘Novità Home’. "A darci un’idea di quello che stava succedendo, seppur parzialmente, visto che non abitiamo a Campi – raccontano – è stato l’allarme sul telefono: ci ha segnalato che le porte erano state sfondate". Usano questo aggettivo, ed è un aggettivo che rende bene l’idea, visto che si tratta di porte di dimensioni tali che solo un’esplosione o un’alluvione potevano far cadere. È successo tutto in pochissimo tempo, visto che all’ora di cena, quando sono usciti per tornare nelle rispettive abitazioni, "il piazzale era asciutto, mentre quando siamo rientrati il quadro è stato desolante. Oltre metà della merce distrutta e un capannone da ripulire. Sabato e domenica, quando l’acqua lentamente è andata via, fra amici e volontari eravamo in 60 qui dentro". E adesso che la situazione, rifiuti esclusi per i quali si aspettano delle risposte, sta tornando alla normalità, la domanda è una sola: "Siamo sicuri non risucceda?".