
Leggerissimi Colapesce Dimartino: "Le nostre canzoni tridimensionali"
di Andrea Spinelli
"Staremo assieme finché ne abbiamo voglia" avevano detto ai tempi del boom di Musica leggerissima. E quella "voglia" a Colapesce e Dimartino non è ancora passata. In concerto stasera alle 21 ai Giardini del Frontone di Perugia per la rassegna L’Umbria Che Spacca, il 18 agosto in Piazza delle Baleari a Marina di Pisa e il 5 settembre alla Spiaggia della Darsena a Castiglione della Pescaia nell’ambito del Popcast Festival, il duo siciliano se ne va ad inseguire fino all’autunno, con la chitarra in spalla, la voglia di niente hit che crepitano tra le labbra. "In questi concerti proponiamo canzoni dell’ultimo disco, ma anche del predecessore I mortali e della colonna sonora del nostro debutto sul grande schermo La primavera della mia vita", anticipano Lorenzo Urciullo e Antonio Di Martino, 81 anni in due.
La recezione dell’ultimo album “Lux Eterna Beach” è stata quella che vi attendevate?
"Siamo molto soddisfatti del feedback tanto da parte della stampa che del pubblico. Anche perché non si trattava di un album immediatissimo, ma bello strutturato, con tanti discorsi e vari livelli di lettura, quindi il rischio in questo particolare mento storico dove tutto è veloce poteva essere quella di non essere recepito appieno. Ma, forse, era più una nostra paranoia smentita poi da singoli come Sesso e architettura o la sanremese Splash. Ogni brano ha seguito un suo percorso".
Max Gazzè dice che “Una musica può fare“. E voi?
"La canzone non dovrebbe essere giudicante, schierata, ma attingere alla tridimensionalità e a quel non detto che caratterizza spesso la poesia. Più che raccontare il mondo così come lo vorremmo, la canzone dovrebbe dare all’ascoltatore una prospettiva. Raccontare storie".
Dal vivo “Ragazzo di destra” (“Fragile faccia nera / Sei sul ciglio di una scogliera / Come me hai paura / Ma è una splendida sera”) suscita entusiasmi?
"Nel tour invernale ci siamo accorti che era, inaspettatamente, una delle più cantate. Pure al Primo Maggio. Evidentemente molti ragazzi che vengono ai nostri concerti si ritrovano nel suo messaggio. Non essendo diventato un singolo, non ce l’aspettavamo".
In repertorio c’è pure “Rosa e Olindo”, brano de “I mortali” che irrompe nella cronaca parlando di "due cuori e una condanna".
"Volevamo scrivere una canzone d’amore universale. Quando ho letto che Olindo Romano aveva chiesto una ‘cella matrimoniale’ per continuare a vivere con la sua Rosa nonostante l’ergastolo, abbiamo pensato ad una specie di ‘Romeo e Giulietta’ dietro le sbarre".