
Le strade bianche, presenti in molti punti del territorio chiantigiano, sono percorsi nati e cresciuti in campagna che parlano del passato, della storia, delle usanze agricole e pastorizie dei luoghi, e costituiscono oggi l’occasione di vivere l’esperienza Chianti a piedi, a cavallo, in bicicletta, per sperimentare un modo diverso di viaggiare fra le colline partendo dal loro passato e dalle loro radici. "Il valore e la funzione delle strade bianche - dichiarano i sindaci del Chianti - costituiscono una risorsa fondamentale del nostro territorio; un patrimonio storico, culturale e ambientale, utile alle esigenze di mobilità dei cittadini e dei turisti. Oltre al significato storico, le strade rivestono oggi l’importanza di una rete di viabilità fruita e necessaria ai residenti, una risorsa economica e un’opportunità di valorizzazione del turismo slow e del made in Chianti, un importante volano di promozione economica che va promosso e incentivato, a favore sia delle tante aziende agricole, agrituristiche e zootecniche che le utilizzano come uniche vie di accesso, sia dei flussi turistici alternativi che le percorrono per riscoprire tradizioni, prodotti tipici e aree naturali del nostro territorio".
Mantenere in vita tali percorsi significa valorizzare il reticolo di queste viabilità. Per questo i Comuni del Chianti continuano a tenere alta l’attenzione e a programmare interventi per la manutenzione e la riqualificazione di quella che è una notevole ricchezza ambientale, di cui oggi è possibile servirsi anche grazie alle proposte delle tante associazioni locali che organizzano visite guidate ed escursioni attraverso percorsi inediti. Il viaggio tra le vie bianche del Chianti costituisce un’importante chiave di lettura per conoscere il forte legame tra uomo e territorio, usi e costumi di una volta, sapori e essenze che caratterizzano i prodotti tipici, quali olio, vino, formaggi e salumi.
Anche i giochi e le tradizioni sono parte integrante della storia delle strade bianche; come il il gioco della ruzzola o del cacio, una tradizione attiva a Mercatale , Greve, Barberino e Tavarnelle già dai primi decenni del ‘900 e fino agli anni ‘90. Nei ricordi della comunità l’antico gioco della ruzzola era una delle attrattive principali durante la festa della vendemmia e consisteva nel far correre la forma di cacio, conducendola con un’asta di legno, lungo le irregolarità della strada. San Casciano, in questo gioco, vanta una rosa di veri e propri campioni.
Ilaria Biancalani