
Camera di Commercio: "Situazione preoccupante" .
"L’economia non va d’accordo con i venti di guerra". Giuseppe Salvini (in foto), segretario generale della Camera di Commercio di Firenze, è fresco di convention mondiale delle Camere di Commercio tenutasi a Cosenza, dove per giorni non si è parlato di altro. L’ombra dello scontro bellico si allunga sui mercati globali, e l’impatto nelle relazioni commerciali dei Paesi coinvolti potrebbe tradursi di riflesso anche sulle economie locali. Come quella di Firenze, che su export e turismo fa perno.
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"Con questa ennesima incertezza geopolitica, cresce la nostra preoccupazione. Si tratta di un’area determinante, sia per gli approvvigionamenti energetici, sia perché divenuta nel tempo hub commerciale straordinaria, in particolare l’Arabia e gli Emirati".
Per Firenze quali potrebbero gli effetti collaterali più preoccupanti?
"Su Firenze siamo ancora più preoccupati, abbiamo chiuso il 2024 con un grande performance dell’export: 24, 5 miliardi di euro, siamo la terza provincia in Italia in valore assoluti. E questo grazie ai numeri del settore farmaceutico e della meccanica pesante. In contrazione pesante invece il comparto della moda".
Quindi?
"Siamo molto orientati ai mercati mondiali, e i venti di guerra non aiutano. Perché alle tensioni nel Medio Oriente, va aggiunta la situazioni tra Russia e Ucraina e soprattutto i dazi imposti da Trump".
Quanto pesa l’export per l’economia fiorentina?
"Nei primi tre mesi del 2025, il settore food ha tenuto, ma i numeri sono positivi grazie al boom del farmaceutico, all’ottima performance della meccanica e ai buoni risultati del mercato del vino, che ha registrato un +7,6% dal 2024. Nei primi tre mesi, dal 2024 al 2025, l’export è cresciuto del 30%".
Come spiega questa curva positiva?
"C’è stata una massimizzazione delle esportazioni prima dei dazi. Le aziende hanno giocato di anticipo. Bisogno anche sottolineare che il resto dei settori è in decrescita, a partire da abbigliamento, pelletteria e calzatura".
Quanto ’piace’ il prodotto fiorentino nell’area del Golfo Persico?
"Tra i primi dieci mercati per l’export fiorentino, ci sono Stati Uniti (27% del totale) al primo posto, e anche questo chiaramente desta preoccupazione, all’ottavo l’Arabia Saudita e in decima gli Emirati Arabi. Quindi questa guerra centralizzata nel Golfo Persico crea numerosi problemi".
In termini di costi: per le aziende le bollette si sono appesantite?
"L’approvvigionamento energetico è una tematica centrale: le nostre imprese spendono troppo per i consumi. Poi c’è un altro tema: una guerra del genere potrebbe comprimere anche i mercati vicini. E infine potrebbe impattare negativamente sui flussi turistici, in particolare se questa escalation durerà a lungo".
Pie.Meca.