
Enrico Franceschini
Sarà presentato martedì 13 alle 18 a Firenze, da Libraccio in via Cerretani, ‘Le notti di Mosca’ (Baldini+Castoldi), il nuovo romanzo di Enrico Franceschini, 69 anni, giornalista e scrittore nato a Bologna. Dialogando con Riccardo Amati e Giuseppe Previti, Franceschini illustrerà il suo romanzo ambientato nella Russia nell’autunno di fine millennio, un periodo di profonda trasformazione, quando Boris Eltsin sta per concludere la sua presidenza, la seconda guerra cecena è appena iniziata e Vladimir Putin incombe all’orizzonte.
Nell’autunno del 1999, Selina Masdaev perde il marito e i figli in Cecenia, trucidati dai soldati della Russia post-comunista in una guerra che da anni insanguina le montagne del Caucaso. Negli stessi giorni, in Inghilterra, Jack McLean perde il figlio, vittima collaterale di un attentato contro un avvocato che sa troppe cose sulla corruzione dei nuovi ricchi russi. Lei reagisce arruolandosi nelle ’vedove nere’, formazione di ribelli cecene pronte a immolarsi per l’indipendenza della propria terra. Lui si dimette dalle Sas, leggendarie truppe di élite dell’esercito britannico, determinato a scoprire il mandante dell’attacco in cui è morto il suo bimbo.
Con l’aiuto di Marco Bassani, un giornalista arrivato in Cecenia per un reportage e rimastoci per sfuggire alle accuse emerse sul suo conto in Italia, il destino porta questi due angeli vendicatori ad allearsi in una sfida contro i poteri occulti che da Mosca stendono una ragnatela di affari in tutta Europa. Il petrolio è il filo sottile che da Grozny, la capitale cecena, conduce fino al Cremlino, passando per gli uffici londinesi degli 007 di Sua Maestà, per gli studi legali della City e gli chalet di Courchevel, lussuosa località sciistica delle Alpi francesi, prediletta dagli oligarchi russi. Una feroce volontà di avere giustizia accomuna la vedova ribelle e l’ex commando. Ma da un cieco desiderio di vendetta può nascere l’amore.
E’ un gran bel thriller di fantapolitica, con non pochi agganci all’attualità, quello che Franceschini ha scritto, dimostrando di conoscere molto bene cosa sia stata e cosa è oggi la Russia, dove ha vissuto e lavorato per sette anni come corrispondente di Repubblica (per cui ha girato il mondo, da Washington a New York, da Gerusalemme a Londra e, appunto, Mosca). E infatti il libro è dedicato ai suoi amici di Mosca, "con l’augurio che un giorno possano essere liberi". Un romanzo sapiente che fa capire tante cose.