
Lavoro Protesta alla Montblanc: "Sessanta dipendenti a rischio"
Fa un certo effetto vedere i lavoratori del comparto del lusso a presidio davanti alle aziende. E’ proprio un segno della difficoltà del momento, dopo anni di vacche grasse, di crescite in doppia cifra e assunzioni a tutto spiano. Ieri mattina i lavoratori in appalto Montblanc, si sono ritrovati davanti alla sede di Scandicci per una protesta contro le politiche della griffe relative al lavoro locale. L’iniziativa è stata lanciata dai cobas, alla luce di una situazione che sta diventando sempre più difficile: tra esaurimento della cassa integrazioni, e ferie forzate sessanta lavoratori sono col fiato sospeso. "Senza soluzioni alternative – dicono i Cobas, questo conto alla rovescia finirebbe per forza con le lettere di licenziamento. Il problema nasce dalla scelta della finanziaria del brand, di procedere a un cambio di appalto che non ha garantito la continuità lavorativa a chi da anni lavora nella filiera". Per di più in assenza di segnali di difficoltà finanziaria, visto che, sempre secondo i sindacati, i dati del primo semestre 2023 hanno messo in evidenza un utile molto importante. "Le commesse sono state spostate – dicono ancora i cobas – e non sappiamo dove e a chi sia andato il lavoro. Il motivo è che, dopo anni di sfruttamento, i lavoratori hanno rivendicato i propri diritti e fatto applicare il contratto nazionale. Si chiama delocalizzazione e va fermata". La mobilitazione non si ferma. I lavoratori hanno chiesto alla regione Toscana di convocare un tavolo di crisi. Secondo la Cgil la crisi della filiera sta mordendo grandi e soprattutto piccole aziende. Tanto per dare due numeri: nel mese di settembre 2022 sono state autorizzate da Inps 38mila ore di cassa integrazione; quest’anno, nello stesso mese, le ore sono state 75mila, quasi il doppio. A ottobre 2023, per l’Irpet la produzione industriale ha fatto registrare un -3,9% su base tendenziale a livello nazionale, con la Toscana che ha perso più della media italiana (-5,5%). Chi è in difficoltà punta sulla cassa, chi non lo è cerca ‘convenienze’ come un costo della manodopera più basso. Lo dimostrano fette importanti di produzione spostate in Campania, con il risultato che si finisce con l’impoverire il tessuto imprenditoriale del territorio. Fabrizio Morviducci