
L’auto dell’anno nasce in riva d’Arno Calonaci, designer giramondo "Così ho creato la Jeep Avenger"
E’ stato in grado di mettere insieme linee essenziali, tecnologia, emissioni zero. C’è il fiorentino Daniele Calonaci dietro al successo di Jeep Avenger, che ha ottenuto il prestigioso riconoscimento europeo di Auto dell’Anno 2023.
Ha portato anche la nuova Avenger a ‘risciacquare i panni in Arno’?
"Sono tornato la scorsa settimana e avevo la vettura in prova. Ho macinato chilometri, anche fuori dall’asfalto perché questa vettura ama il fuoristrada. Nasce completamente elettrica, ha dimensioni compatte e punta ad ampliare il pubblico degli appassionati soprattutto tra i giovani".
Come si parte da Firenze per diventare designer di auto?
"Si segue una passione. Gli architetti hanno quasi una vocazione che è di progettare oggetti funzionali. E alcune vetture lo sono. Dopo aver fatto il liceo scientifico a Scandicci, mi sono laureato in architettura, specializzazione in industrial design. Ho cominciato in Lancia con uno stage, poi ho lavorato in tutti i brand del gruppo: Fiat, Fiat Professional, Alfa Romeo, Abarth, e prima per CNH e Iveco".
Poi ha scoperto la Jeep...
"Non c’era nulla da scoprire, sono sempre stato appassionato di fuoristrada. La svolta sei anni fa, quando Ralph Gilles, che per Stellantis ricopre la carica di responsabile globale del design per Maserati e i marchi americani, mi ha proposto di fare esperienza negli Stati Uniti nel team Jeep. Un’esperienza iniziata nel modo migliore con la traversata del deserto Moab per l’Easter Jeep Safari. Guidare in quelle condizioni insegna come si progetta una vettura del genere". Dopo che è successo?
"Ho iniziato la mia carriera nel brand. Tornato in Europa ho continuato a tenere insieme tavolo da disegno e test sul campo. Ho preso una Wrangler e ho continuato a guidare in tutto il mondo, per esempio attraversando l’Outback australiano per il viaggio di nozze".
E’ grazie a queste esperienze che è nata Avenger?
"Un processo cominciato tre anni fa. La prima Jeep progettata fuori dagli Stati Uniti, concepita con motore elettrico, e dimensioni più che compatte. Tante soddisfazioni, non solo per il premio. Di certo c’è la nascita di uno studio Jeep in Europa".
E pensando al futuro, come vede l’auto del domani?
"Elettrica. Per stare nel silenzio della natura, con tanta coppia, potenza immediata e la possibilità di gestire al meglio la trazione. Penso alla differenza che c’è tra il motoscafo e la barca a vela. L’auto elettrica fornisce anche una riserva elettrica, che significa luci, calore. Il futuro è l’elettrificazione dell’automotive. E dobbiamo essere preparati per questa sfida".
Fabrizio Morviducci