OLGA MUGNAINI
Cronaca

L’arte, la pace e il lavoro "Firenze parla al mondo"

Vittorio Sgarbi porta a Palazzo Vecchio il gesso della celebre scultura di Canova. L’originale è a Kiev. Nardella: "Accordo sulla cultura col sindaco Klitschko"

di Olga Mugnaini

"Non dobbiamo vincere la guerra, dobbiamo vincere la pace, solo così potremo salvare il mondo". E’ questo il messaggio che Vittorio Sgarbi porta a Firenze insieme alla “Pace di Kiev“ di Antonio Canova, la celebre versione in gesso del marmo originale custodito all’interno del Museo Nazionale Khanenko di Kiev e attualmente nascosto per tutelarlo dai bombardamenti della guerra in Ucraina.

Il modello in gesso della Pace di Canova, custodito nella gipsoteca dell’artista neoclassico a Possagno, è esposto da oggi nella Sala di Leone X a Palazzo Vecchio, fino al 18 settembre. "La scultura diventa qui un mezzo per assicurare la contemplazione del capolavoro dello scultore, altrimenti negata dal conflitto - ha continuato Sgarbi, presentando l’iniziativa da lui curata –. L’evento assume un’ulteriore risonanza artistica e politica in quanto va a confrontarsi a poca distanza di metri con la grande tela di Pellizza da Volpedo, Il Quarto Stato, esposta da pochi giorni nel Salone dei Cinquecento. Ecco, con la Pace e il Lavoro che dialogano a pochi metri di distanza, Firenze lancia un messaggio potente a tutto il mondo".

L’idea è nata in considerazione del gemellaggio che lega Firenze e Kiev: "Visto che con i primi cittadini europei stiamo lavorando alla ripartenza e alla ricostruzione delle città ucraine – ha detto al riguardo il sindaco Dario Nardella –, tra i primi punti di collaborazione che voglio proporre al sindaco di Kiev Klitschko, c’è quello di ripartire dalla cultura. Proporrò, quindi, una collaborazione tra il museo di Kiev e le istituzioni culturali di Firenze. L’arte e la cultura vinceranno contro la violenza e l’abominio della guerra".

L’iniziativa si intitola ‘Antonio Canova. La pace di Kiev. L’arte vince sulla guerra’. La mostra, curata in collaborazione tra il Museo Novecento e il Museo Gypsotheca Antonio Canova di Possagno, organizzata da Mus.e con Contemplazioni, vede la scultura installata al centro della Sala di Leone X, in uno scenario in cui campeggiano gli affreschi che ripercorrono le tappe dell’ascesa al potere di Giovanni de’ Medici (1475-1521), figlio di Lorenzo il Magnifico, divenuto papa con il nome di Leone X, che fa da contraltare al messaggio della scultura di Canova, che con la sua storia racconta vicende di guerre e di pace.

La statua fu commissionata infatti dal politico e diplomatico russo Nikolaj Petrovič Rumjancev, ideata da Canova nel 1812 e realizzata nel 1815. La scultura viene pensata come omaggio alla famiglia Rumjancev, fautrice di alcuni trattati di pace tra Russia e altri Paesi. Canova viene incaricato di realizzare l’opera all’alba dell’invasione napoleonica della Russia.

Alla morte di Nikolaj Petrovič Rumjancev, la sua collezione viene donata allo Stato e va a costituire nel 1831 il primo Museo pubblico russo, inizialmente a San Pietroburgo, poi nel 1861, trasferito a Mosca. Krusciov – segretario del Partito Comunista dell’Unione Sovietica, dalle origini ucraine – decide nel 1953 di trasferire la scultura da San Pietroburgo a Kiev.

L’iconografia della Pace richiama la Nemesi, dea greca della “distribuzione della giustizia”. Il serpente ricorda le medaglie romane, dove era simbolo della guerra.

"A pochi giorni di distanza dalla presentazione del Quarto Stato di Pellizza da Volpedo - sottolinea Sergio Risaliti, direttore del museo Novecento - entra in Palazzo Vecchio un secondo capolavoro dell’arte italiana, il modello della cosiddetta Pace di Kiev plasmato nel gesso da Canova. Qui passato, presente e futuro si incontrano e s’incrociano e l’arte si assume il compito di rappresentare il destino dell’umanità".