EVA DESIDERIO
Cronaca

L’antica arte del cuoio apre al futuro dei ragazzi

La Scuola in S.Croce fa nascere la Fondazione Marcello Gori, il suo creatore. Da ottobre saranno formati sei giovani che impareranno la tradizione fiorentina

di Eva Desiderio

Pensare al futuro di ragazze e ragazzi da inserire alla grande, cioè con grande maestria, nell’universo della pelletteria fiorentina, fiore all’occhiello del Made in Italy di qualità. E fare un omaggio concreto e nobile alla memoria di un padre come Marcello Gori, l’imprenditore che settantadue anni fa ha fondato la Scuola del Cuoio dandogli subito delle fondamenta etiche perché in quei lontani anni Cinquanta quest’uomo geniale e visionario pensava già a educare col lavoro qualificato le mani e le menti della gioventù più sfortunata: ragazzi poveri, soli, con pochissimi mezzi, a volte anche in uscita dagli orfanotrofi dei figli dei caduti in guerra o dai riformatori.

Un’opera egregia che ora le sue tre figlie Laura, Francesca e Barbara vogliono replicare con la nascita ufficiale della Fondazione Marcello Gori, proprio oggi 24 maggio 2022, ricordando quel lontano giorno del 1950, per formare dal prossimo ottobre i primi sei ragazzi che faranno tutta la formazione necessaria per nove mesi, in modo da poter imparare bene a scegliere e tagliare le pelli, cucirle, lavorarle a mano secondo la tradizione fiorentina per fare borse e piccola pelletteria. La sede della Fondazione Marcello Gori è nei magnifici locali della Scuola del Cuoio in via San Giuseppe 5R, nell’antica parte del monastero francescano di Santa Croce che ha ospitato questi laboratori fin dalla fondazione, piccole celle passate dalla meditazione e dalla preghiera ad ambienti unici dove si lavora ogni giorno con le mani secondo le regole che risalgono al medioevo fiorentino e alle antiche Arti.

"Nostro nonno Lorenzo Gori vendeva il cuoietto, poi mio padre Marcello nel 1946 aprì il primo laboratorio in via del Corso con 3 persone. Poi chiese ai frati di Santa Croce se avevano degli spazi per la sua attività: dal 1950 siamo qua e questa sede legata ai frati e alla parte conventuale (oggi di proprietà del Comune) trovò subito il placet del sindaco Giorgio La Pira. I banchi da lavoro di oggi sono quelli di allora, disegnati dall’architetto Rossi, e qui lavorano con noi trenta persone tra vendita e produzione", racconta con orgoglio Barbara Gori, presidente e ceo dell’azienda, che nel lavoro quotidiano alla Scuola del Cuoio viene affiancata dalla terza generazione della famiglia, dai due figli Beatrice Parri Gori, responsabile comunicazione e marketing, e Filippo Parri Gori, responsabile della produzione.

"Quelli che hanno lavorato da noi si sono formati in modo eccellente – continua Barbara Gori – e chi esce dalla nostra Schola che dura due anni è richiestissimo dal mercato della pelletteria. Ora con la Fondazione vogliamo tornare agli ideali di nostro padre Marcello e dare un’opportunità di lavoro a giovani bisognosi perché per i nostri primi sei allievi tutta la formazione sarà gratuita. Mio padre diceva sempre: chi è ricco di sapienza e non la trasmette sarà povero per sempre".

E mentre gli operai e le operaie lavorano al ’Tacco’ di cuoio, che è il portamonete del Trecento di cui i turisti vanno matti, o alle borse modello Beatrice, Barbara, Laura, Marisa, Eva ed Evina, resti incantato dalla pace che si respira qui e dal profumo della pelle conciata al vegetale. Felici di questo progetto di Fondazione Marcello Gori, che fa del bene ai più giovani proprio come agli inizi.