PIER FRANCESCO NESTI
Cronaca

Lacrime, ricordi, cori e striscioni . In centinaia per l’addio ad Alessio

Ieri i funerali di Rapezzi, morto a Sharm mentre era in vacanza. Amici, parenti e compagni stretti nel lutto. Il dolore della figlia Luna: "Babbo, spero di offrirti anche solo una briciola di quello che tu hai fatto per me".

Lacrime, ricordi, cori e striscioni . In centinaia per l’addio ad Alessio

"Ti aspetterò dovunque, nelle piccole e nelle grandi cose, perché so che tu sarai sempre con me". E’ stata Luna, la figlia di Alessio Rapezzi, il 49enne morto in vacanza a Sharm, a raccontare, più che a ricordare, chi era il babbo. Con la voce rotta dal pianto, ma anche con la ‘forza’ di chi al babbo gli parlava come se lo avesse proprio di fronte a sé. Il momento più emozionante, fra i tanti vissuti sul campo del San Lorenzo, del lungo pomeriggio voluto da amici e familiari per rendere omaggio al ‘Rapa’, scomparso mentre era in vacanza in Egitto con Laura, la sua compagna.

Su quel campo che tante volte lo ha visto protagonista con la maglia gialla e verde della società campigiana. E dove tanti hanno voluto salutarlo per l’ultima volta: chi con un mazzo di fiori, chi con un bacio e una carezza alla sua fotografia, chi lanciando un coro: "Alessio Rapezzi sempre con noi". Nel mezzo Luna, le sue parole e un’emozione che nessun aggettivo potrebbe descrivere in modo preciso, pronunciate in un silenzio irreale, nonostante i tantissimi presenti: "Eri, sei e sarai un babbo con la ‘B’ maiuscola, ciò che mi hai dato in questi anni è inspiegabile e io spero solo di offrirti una briciola di quello che hai fatto per me". Intorno un fiume continuo di persone: amici, parenti, ex compagni di squadra, i custodi di tutti i campi dove ha giocato a pallone, il primo amore, l’attrice Chiara Francini, ‘mescolata’ fra la gente, e uno striscione che racchiude cosa ha voluto dire Alessio Rapezzi per Campi: "Come è stato facile amarti sarà impossibile dimenticarti". In sottofondo le più belle canzoni di Francesco De Gregori e Vasco Rossi a rendere ancora più struggente un momento che gli amici più stretti hanno curato nei minimi dettagli, un autentico "brivido sopra la follia". Sulla bara un pallone, una bandiera della Fiorentina e l’immancabile maglia numero 11 del San Lorenzo.

E anche un bottiglione di grappa, "perché lui – ci ha raccontato uno dei suoi ‘fratelli’ – avrebbe voluto così". E poi un pensiero scritto dal babbo, letto anche questo da Luna: "Caro Alessio, dove sei starai sicuramente organizzando una partita di pallone, quel pallone che avevi sempre attaccato al piede, naturalmente il sinistro. Circondato da tantissime persone; spero tu possa giocare all’infinito". Mentre in cielo si sono alzati prima i colori giallo e verde del San Lorenzo, ‘accesi’ da altrettanti fumogeni, e poi dei palloncini gialli e blu. Fra lacrime, occhiali scuri calati sugli occhi, ma anche tanti abbracci e qualche sorriso, Proprio come avrebbe voluto il ‘Rapa’, sempre pronto a sorridere a tutti. "Alessio era questo – queste le parole di un altro suo carissimo amico -, lascia un vuoto incredibile nei cuori di chi ha avuto la fortuna di conoscerlo".