REDAZIONE FIRENZE

La violenza di uno sfratto

Il 28 giugno in via Santa Maria è successa una cosa orribile. Due anziane donne dovevano essere sfrattate per finita locazione. Una ha 70 anni, l’altra, la mamma, 96 anni ed è semi cieca e in carrozzina. La loro casa è una stanza al piano terra dove vivono dal 1972. Il proprietario, così dicono gli abitanti del quartiere senza essere smentiti, la vuole affittare come B&B per i turisti. Lo sfratto è stato rinviato perché la popolazione si è schierata contro la prepotenza e la disumanità di chi voleva lo sgombero ad ogni costo, proponendo che l’ultranovantenne venisse mandata in ospedale. Una cosa incredibile. Dal 1983 al 1985 fui eletto assessore nelle giunte dei sindaci Bonsanti e Lando Conti (allora il sindaco e gli assessori venivano eletti dal consiglio comunale, e contavano qualcosa…), mi fu data la delega alla Casa e all’Edilizia civile. In quegli anni ci fu un’ondata di sfratti impressionante, era finito il periodo dell’equo canone. Allora organizzai gli sfratti in questo modo: la precedenza dell’esecuzione era data per gli inquilini morosi, anche delle case popolari e quelle di proprietà comunale. Poi veniva stabilita una graduatoria tenendo conto di quante persone deboli (anziani, bambini e malati) ci fossero in ogni famiglia. La responsabilità di inviare gli ufficiali giudiziari a eseguire gli sfratti in base a questa graduatoria, era del presidente della Corte d’Appello Cappellini, in accordo con l’assessore alla Casa. E’ passato molto tempo, ma il ricordo che ho di questo alto magistrato è di una grande intelligenza e umanità. Per far posto agli sfrattati, feci sgombrare le palazzine di via De’ Bosis, occupate da famiglie malavitose. Fu schierato un battaglione della polizia di Stato e ci fu uno scontro violento che mise a rischio l’ordine pubblico per una giornata intera. Gli occupanti avevano messo sotto scacco il quartiere, ricattando negozianti e ristoratori. Ne parlarono i giornali di tutta Italia. Per questa ragione ripeto ancora una volta che il 28 giugno in via Santa Maria, per prepotenza e mancanza di umanità è stato tentato un gesto orribile nei confronti di due povere donne. Non c’era nessun rappresentante del comune di Firenze. Solo la popolazione le ha difese. Lo sfratto è stato rinviato al 28 luglio. Se non ci sarà una casa per queste donne, chi di dovere dovrò impedirne la cacciata altrimenti, si dice, ci penserà la popolazione del quartiere.