STEFANO BROGIONI
Cronaca

La strategia di Bugetti. Una memoria scritta:: "Sto soffrendo molto"

Davanti al giudice la sindaca dimissionaria preferisce non rispondere. Mentre l’imprenditore Matteini Bresci ha parlato per due ore in aula.

Ilaria Bugetti in attesa di essere interrogata dal giudice in tribunale a Firenze

Ilaria Bugetti in attesa di essere interrogata dal giudice in tribunale a Firenze

Il giudice si è preso una "manciata di giorni" per decidere. Ma quella cominciata ieri sarà la settimana più lunga per Ilaria Bugetti, sindaca Pd di Prato, dimissionaria da venerdì scorso quando gli scossoni dell’inchiesta per corruzione che la coinvolge, assieme all’industriale di Cantagallo Riccardo Matteini Bresci, moltiplicati da un avviso di garanzia anche al vicesindaco Simone Faggi per false informazioni al pm, sono diventati incontenibili per l’assetto del campo largo cittadino.

Alla richiesta di arresti domiciliari avanzata dai magistrati della Dda di Firenze, Bugetti ha risposto depositando una memoria difensiva, redatta con i suoi avvocati, Pier Nicola Badiani e Salvatore Tesoriero, e rilasciando dichiarazioni spontanee. Dopo il dribbling a taccuini e telecamere che l’attendevano in tribunale, la sindaca dimissionaria di Prato ha parlato tramite una nota: "Rendendo dichiarazioni e producendo documentazione a supporto, ho ritenuto di confrontarmi puntualmente con tutti gli addebiti che mi vengono mossi dalla accusa - le parole dell’esponente Dem -. Ciò ho fatto confrontandomi con i miei difensori per rispetto delle Istituzioni e con fiducia nel contraddittorio processuale, nonostante il tempo ridotto che il codice riconosce in questi casi per preparare la difesa. Ho in particolare ribadito di non aver mai percepito alcuna utilità illecita e di aver operato perseguendo sempre l’interesse pubblico. - conclude Bugetti - Rimango in attesa della decisione con serenità ma senza nascondere la sofferenza umana molto forte che vicende di questo tipo inevitabilmente si portano dietro".

Più lungo il confronto di Matteini Bresci, rimasto due ore abbondanti in aula con il gip Alessandro Moneti. Va detto che per lui, i pm Nastasi, Gestri e Boscagli (tutti e tre presenti agli interrogatori), l’industriale del gruppo Colle, già travolto dalla “fase 1“ di questa inchiesta l’anno scorso, dovrebbe andare in carcere. "Non rilascio dichiarazioni", il commento laconico del suo difensore, Pier Matteo Lucibello.

Con la sospensione di Bugetti, le posizioni dei due indagati appaiono assai diverse nell’ottica della valutazione delle esigenze cautelari: ridimensionato il rischio di inquinamento probatorio (che per l’accusa avrebbe dovuto comportare l’esecuzione diretta della misura senza l’interrogatorio preventivo), le dimissioni da Palazzo Pretorio affievoliscono il pericolo della reiterazione del reato per Bugetti. Saranno questi elementi, assieme alla valutazione dei gravi indizi, a guidare la decisione del giudice Moneti. Le accuse cristallizzate nelle 113 pagine di richieste dei magistrati s’imperniano sul rapporto, definito "patologico", tra l’imprenditore e l’ex sindaca, da lui definita, nei colloqui intercettati, "un mio attrezzo, una mia creatura". Il riferimento è allo stipendio part time che la Bugetti risulta aver percepito per anni da un’azienda della galassia Matteini Bresci, senza averlo mai dichiarato nei due mandati da consigliera regionale, ma anche ai contributi elargiti in concomitanza delle elezioni e al suo impegno a farla votare dagli affiliati della loggia massonica di cui Matteini Bresci è gran maestro.

In cambio, l’imprenditore avrebbe ottenuto un decreto regionale da lui sollecitato in materia di energia idroelettrica, un’operazione che, tramite la cessione da parte di Confindustria Toscana Nord e del Comune di Prato delle quote della Gida spa alla multiutility Alia, gli avrebbe consentito di abbattere i costi di depurazione industriale e, con la realizzazione della fognatura separata da parte del Consorzio Progetto Acqua (che ha ottenuto in concessione dal Comune i terreni dell’ex Memorino) ed evitare di dotarsi di un costoso impianto di depurazione.