
di Francesca Cavini
E’ l’ultima arrivata in ordine di tempo, ma certo non lo è per importanza. A Villa Petriolo, agriturismo 4.0 ed emblema dell’accoglienza di lusso in versione country, è stata riconosciuta la certificazione di turismo sostenibile Iso 21401. Ad attribuirgliela è stata la società leader nel settore delle certificazioni agroalimentari Valoritalia. Un risultato di cui l’amministratore delegato e socio dell’azienda, Daniele Nannetti, è giustamente fiero. "Questa certificazione – spiega Nannetti – conferma che tutto il nostro operato, dalla produzione agricola, alle attività turistico-ricettive, al cibo che serviamo nei ristoranti è sostenibile secondo le tre direttive essenziali: sociale, aziendale e produttiva. In pratica certifica che siamo un progetto a impatto ambientale zero, usiamo solo prodotti nostri o acquistati da produttori locali, assumiamo persone che appartengono alla comunità dove operiamo. In più, abbiamo un sistema chiuso di gestione dell’acqua, dei rifiuti e delle risorse umane. Un agriturismo produce servizi turistici e prodotti agricoli e avere questa certificazione per noi era doveroso, perché testimonia la costanza del nostro impegno e del nostro progetto fino dall’inizio". "Siamo i primi in Europa a prendere questa certificazione – aggiunge Nannetti – oltre a quella Global Tourist sustainable Council che abbiamo avuto per primi al mondo per quello che stiamo facendo". Ma quanto vale in termini di business una certificazione di questo tipo?
"Le persone sono molto più attente oggi a capire cosa fa loro bene e come prendersi cura di loro stessi – spiega Nannetti –. E queste certificazioni che aumentano il valore del nostro prodotto ci danno anche un ritorno economico. Sia i clienti locali sia quelli internazionali sono sempre più orientati a unire il valore intrinseco di un prodotto con quello economico. La salute sta diventando un parametro fondamentale per dare valore a un prodotto. Il nostro è un lusso sostenibile, cioè qualcosa che non è riproducibile. La nuova idea di lusso è la non riproducibilità dell’esperienza. Mangiare una pizza guardando questo pezzo di Toscana, che puoi vedere solo qui sapendo che la pizza è fatta con il 100% di ingredienti prodotti qui ed è servita da un cameriere di qui e cucinata da un cuoco di qui. Questo crea una esperienza esclusiva, ma totalmente sostenibile. Questo è il nuovo lusso". "La Toscana e l’Italia – conclude Daniele Nannetti – possono avere un vantaggio non indifferente in questo ambito, perché la creatività per creare queste unicità ci contraddistingue".