REDAZIONE FIRENZE

La sentenza ribaltone. Il tribunale di Firenze:: "Niente rimpatrio. La Tunisia non è sicura"

La sezione immigrazione disapplica il decreto approvato dal governo e accoglie il ricorso di un richiedente asilo contro il Viminale "E’ un Paese attraversato da una grave crisi democratica".

di Pietro Mecarozzi

La Tunisia non è un Paese sicuro e il migrante non può essere espulso dall’Italia. A dirlo è il tribunale di Firenze – sezione specializzata in materia di immigrazione, protezione internazionale e libera circolazione dei cittadini dell’Unione europea –, che ha annullato l’espulsione di un migrante tunisino a cui il Viminale aveva negato lo status di rifugiato.

Dopo il tribunale di Catania, quindi, anche i giudici del capoluogo toscano disapplicano il decreto approvato dal governo dopo la strage dei migranti di Cutro. Tutto nasce da un provvedimento della commissione prefettizia che aveva negato a un tunisino la protezione internazionale richiesta dopo l’approdo in Italia. Perché? Il Viminale considera la Tunisia un "Paese sicuro", e può quindi rifiutare le domande di asilo senza una specifica motivazione ed espellere il migrante con "procedura accelerata", senza attendere la pronuncia definitiva della Cassazione.

"Deve essere disapplicato – si legge –, in parte qua, il D.M. 17 Marzo 2023 poiché non conforme ai criteri legislativi indicati nella direttiva 201332UE del Parlamento sul territorio dello stato sinché il suo ricorso giurisdizionale non verrà definito". Con queste parole il presidente della sezione immigrazione del tribunale di Firenze, il magistrato Luca Minniti, ha dato ragione al richiedente asilo. Secondo il tribunale di Firenze, infatti, la Tunisia non può essere considerata un Paese sicuro e pertanto è stato accolto il ricorso del richiedente asilo contro il Viminale e sospesa l’espulsione. Il migrante tunisino non si era dichiarato vittima di particolari persecuzioni, ma aveva posto, tramite il suo legale, una questione generale: "La grave crisi socioeconomica, sanitaria, idrica e alimentare, nonché l’involuzione autoritaria e la crisi politica in atto sono tali da rendere obsoleta la valutazione di sicurezza compiuta a marzo dal governo italiano".

I giudici aggiungono inoltre che la tabella di elementi sul quale il paese nordafricano è stato valutato ’sicuro’ non può più essere considerata valida, anche alla luce dei "recentissimi e gravi" sviluppi che hanno inquinato il panorama nazionale.

Arresti di massa, poca indipendenza della magistratura, ’purghe’ politiche, interferenze nelle elezioni: per il tribunale fiorentino sono la cartina tornasole di un Paese che tutto si può considerare tranne che sicuro. "La Tunisia è investita da una grave crisi democratica – si legge negli atti –, con una significativa concentrazione di tutti i poteri in capo al presidente Saied", riconosce la Farnesina.

Che però non la considera "sufficiente per escludere il Paese dalla lista di quelli sicuri". Pur riconoscendo che "Saied ha adottato nei mesi scorsi un decreto con cui ha unilateralmente destituito 57 giudici", non trae la conseguenza di "una limitazione dell’indipendenza dei magistrati". Nel provvedimento si spiega anche che la lista dei Paesi sicuri non può essere arbitraria o fondata su convenienze politiche, ma deve essere stilata "all’esito di una procedura amministrativa e fondata su informazioni raccolte da fonti qualificate (come Onu e Consiglio d’Europa), e costantemente aggiornate". Pertanto il tribunale disapplica il decreto del governo, e riconosce al migrante "il diritto a permanere sul territorio nazionale". Il governo potrà fare ricorso.