La riscoperta del Cristo di Michelangelo Conferenze a sessant’anni dal ritrovamento

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A sessanta anni dalla “riscoperta” del Crocifisso di Michelangelo la Comunità agostiniana di Santo Spirito ospita una serie d’incontri culturali che si susseguiranno fino a dicembre. Tra gli ospiti, Tomaso Montanari e Massimo Cacciari. Primo appuntamento oggi alle 17,30 con la conferenza di Giovanni Cipriani e Albino Todeschini che parleranno di come l’opera si inserisce nella storia di Santo Spirito. Il Crocifisso, oggetto del programma, fu fatto da Michelangelo per compiacere il Priore di Santo Spirito, per ringraziarlo per l’ospitalità e l’opportunità di studiare anatomia. Per secoli se ne erano perse le tracce. Si sapeva della sua esistenza solo grazie al Vasari. Questa fonte ha incoraggiato la studiosa Margrit Lisner a non fermarsi nelle sue ricerche e grazie all’accoglienza dell’agostiniano padre Guido Balestri, possiamo parlare del Cristo ritrovato. Dal 1962, data del ritrovamento, ad oggi, il Crocifisso ha vissuto una lunga storia, perché dopo il restauro è stato portato a casa Buonarroti dove è rimasto fino al 2000, anno in cui gli Agostiniani, dopo tanti tentativi, sono riusciti a riportarlo a casa, collocandolo nella cappella Barbadori della Sacrestia di Giuliano da Sangallo.

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