LEONARDO BARTOLETTI
Cronaca

La querelle sull’archivio Don Milani. Burberi: "Il tribunale l’unica strada"

Botta e risposta tra gli ex allievi di Barbiana. Il presidente della Fondazione: "Deciderà un giudice"

La querelle sull’archivio Don Milani. Burberi: "Il tribunale l’unica strada"

"Non saranno la reazione scomposta e le parole in libertà di una piccola minoranza spinta da non sempre nobili motivi, a impedire che la Fondazione compia fino in fondo il proprio dovere di tutelare, in qualunque sede ritenga la più opportuna, il patrimonio di scritti, memorie e testimonianze dirette e indirette di Don Lorenzo Milani. Scritti, lettere, disegni, testimonianze di ogni tipo, raccolte da tutti i suoi allievi e dagli stessi donati alla Fondazione, non possono in nessun modo esserle sottratti e diventare proprietà di privati, chiunque essi siano, perché appartengono in tutta evidenza all’intera comunità per la quale sono stati donati, raccolti, inventariati catalogati". Così Agostino Burberi (nella foto), presidente della Fondazione Don Lorenzo Milani, replica ad alcuni membri della stessa fondazione che, in questa sorta di braccio di ferro tra iseguaci del prete di Barbiana per la titolarità dell’archivio, si erano schierati dalla parte di Sandra Gesualdi.

Gesualdi, figlia di Michele, vicepresidente della fondazione nata nel 2004 per volere di suo padre e altri ex allievi di Barbiana, è autrice di un libro appena dato alle stampe che ha innescato un contenzioso legale. L’oggetto della causa è il materiale contenuto nel volume, edito dalla San Paolo: si tratta di documentazione anche inedita raccolta negli anni da Michele Gesualdi, di cui ora la Fondazione ne rivendica la proprietà.

"La Fondazione ha il dovere di riprendere per restituire al mondo e alla comunità scientifica, quanto oggi è confinato nelle segrete stanze di una abitazione privata", aggiunge Burberi.

Il presidente della Fondazione sottolinea che "avremmo preferito mille volte non ricorrere al tribunale", ma dopo averle "tentate tutte", "i tempi per il ricorso in giudizio stavano per scadere, e dopo la cessione dei diritti alle edizioni San Paolo, non avevamo più nessun’ altra scelta per salvare l’archivio se non ricorrere al tribunale". Burberi precisa anche che "non c’é nessuna querela verso le familiari di Michele Gesualdi", ma che la Fondazione "si é legittimamente rivolta ad un tribunale civile affinché questi possa dirimere la questione e sancire a chi appartenga il diritto di possesso dell’archivio, evitando ulteriori speculazioni e appropriazioni indebite di diritti sugli scritti del nostro amato Priore. Sarà un giudice italiano a decidere, secondo scienza e coscienza, e non le signore Gesualdi e Carotti che mostrano tutto l’interesse affinché questa situazione resti nel limbo attuale".

Infine un messaggio alla ’’fronda’’ interna: "La Fondazione ha un proprio statuto, delle regole e procedure democratiche nella nomina delle cariche e nella valutazione delle azioni da intraprendere, e non é accettabile il tentativo di alcuni volontari di stravolgere questi medesimi processi di funzionamento della stessa Fondazione. Non ci può essere spazio per chi non rispetta le regole", conclude.