Vichi
Verso le sei di pomeriggio Maria stava tornando a casa dopo il lavoro, aveva fretta, doveva preparare la cena per il marito e per i due figli, che tornavano stanchi. Anche lei tornava stanca, ma nella divisione del lavoro casalingo lei era l’addetta alla cucina, visto che indubbiamente era la più brava… ubi maior, insomma. Stava appunto pensando al menu della cena, cercando di farsi venire un’idea. Non era facile variare di continuo, anche se esistevano alcune consuetudini che davano un po’ di respiro, come la pizza il mercoledì e le polpette il venerdì. Ma per gli altri giorni voleva trovare idee sempre nuove, o quasi. Stava passando accanto alla stazione, come ogni sera, e a un tratto le si parò davanti un giovanotto elegante, con un sorriso leggermente triste sulle labbra. Avrà avuto venticinque anni, l’età del suo figlio più grande. "Signora, mi scusi…" "No, per favore… Ho troppa fretta" disse Maria, cercando di scavalcarlo. Ma il giovane non si diede per vinto, e si affiancò a lei. "Le chiedo solo un minuto, la prego…" "Non compro nulla" disse lei, anche se le sembrava strano che quel ragazzo volesse venderle qualcosa. "No no, si figuri, non voglio venderle nulla. Mi dia trenta secondi, per favore." "Va bene, dimmi." Maria si fermò e guardò il ragazzo negli occhi, mentre nella sua mente scorrevano i secondi. "Ecco… Mi è successa una cosa, e sono in difficoltà…" "Non è il solo" disse lei, ironica. Intanto pensava: il solito stratagemma di chi vuole spillarti dei soldi inventando chissà quale storia. "So bene a cosa sta pensando, ma quello che molti si inventano può capitare davvero, ed è esattamente quello che è successo a me… Mi hanno rubato la borsa sulla tramvia… Documenti, soldi, cellulare, fascicoli di clienti… Sono un avvocato praticante in trasferta… Come può sentire dal mio accento, vengo da Roma… Non so come tornare a casa… e stasera è il compleanno di mia moglie…" concluse il ragazzo. "Oh, addirittura…" disse Maria, storcendo la bocca con aria diffidente.
"La prego, non le chiedo certo un biglietto in business class, mi basta il più economico… credo che costi cinquanta euro… Mia moglie e la mia bambina mi aspettano per andare a cena fuori… Non posso nemmeno telefonare, come le dicevo mi hanno rubato anche il cellulare… Sono un cretino, di solito lo tengo in tasca, ma chissà come mai lo avevo messo nella borsa…" "Mi dispiace, devo andare" disse Maria, che sentiva scorrere il tempo e aveva una fretta del diavolo. Stava per andarsene, ma il ragazzo fece un viso disperato e lei a malincuore gli concesse ancora qualche secondo. "Non se ne vada, la prego… Le renderò il denaro appena arriverò a casa, le faccio un bonifico, oppure un PayPal…" "Che?" "PayPal, è un sistema di pagamento veloce… Ma va bene un bonifico… Le lascio il mio numero, appena mi manda il suo IBAN le faccio un bonifico… Non mi abbandoni, la prego… Il treno parte tra dieci minuti…".
"Chieda a qualcun altro" disse lei, decisa a non cadere in quel tranello. "Sono qui da un’ora, nessuno vuole credermi… Mi guardi negli occhi, pensa che io si capace di mentire in questo modo? Me lo dica sinceramente…" disse il ragazzo, quasi piangendo. Maria lo guardò dritto negli occhi, a lungo, e in quelle pupille vide brillare la sincerità… No, non mentiva… Era vero, era tutto vero, adesso ne era più che convinta. "Quanto ha detto che costa questo biglietto?" disse. "Cinquanta euro…" "Le do sessanta euro, così può prendere anche un caffè e una bottiglia d’acqua." Cominciò a cercare il portafogli nella borsetta. Il ragazzo era al settimo cielo. "Oh, grazie! Lei non immagina che piacere mi fa trovare persone sensibili come lei, che riescono a capire quando una persona è sincera… In questo mondo così brutto, persone come lei fanno tornare un po’ di speranza…" "Via, non esageriamo… Per così poco… Tenga" disse Maria porgendogli i soldi. A quel punto il ragazzo sorrise e mise le mani avanti, rifiutando il denaro. "Deve scusarmi… Le ho mentito…" "Cosa?" disse Maria, incredula e anche un po’ arrabbiata, rimettendo il soldi a posto. "Ecco… Sto studiando recitazione all’accademia Silvio D’Amico di Roma… Questa è una delle prove che ci hanno dato da fare… Quel ragazzo laggiù è un amico, ha ripreso la scena…" "Siete bacati nel capo" disse Maria, fissandolo. "Il video è solo per uso interno, poi verrà cancellato, non si preoccupi…" "Roba da matti…" Maria lo guardava, ancora incredula… Ci era cascata, ci aveva creduto. "Non me ne voglia, per me era una prova importante" disse il ragazzo, contento. A quel punto sorrise anche lei. "Be’, prima o poi la vedrò in televisione in qualche film, e potrò dire di averla conosciuta" disse. "Spero proprio di sì, se vuole le faccio subito un autografo" disse il ragazzo, un po’ scherzando e un po’ no. "Certo, perché no" disse Maria. Il ragazzo tirò fuori una penna e Maria gli porse la sua agenda per avere la firma di un futuro grande attore… Perché di sicuro sarebbe diventato un grande attore, se era riuscito a convincere lei, diffidente com’era.