La pace? Dentro di noi: "C’è bisogno di silenzio. E la gente ora lo cerca. Perché la fede è sfida"

Padre Giuseppe Pagano racconta una nuova tendenza a ritrovare Dio "In tanti oggi hanno voglia di raccoglimento, sono pronti ad aprirsi. Perché la guerra ci mette davanti all’autodistruzione e reagiamo così".

La pace? Dentro di noi: "C’è bisogno di silenzio. E la gente ora lo cerca. Perché la fede è sfida"

La pace? Dentro di noi: "C’è bisogno di silenzio. E la gente ora lo cerca. Perché la fede è sfida"

"C’è una ricerca di silenzio, questo avverto oggi tra le persone". Dal suo osservatorio di Santo Spirito – che affaccia su uno spicchio di città per indole sfaccettato, oggi certo meno autentico ma al tempo stesso ancora votato ad accogliere una certa trasversalità di genti – padre Giuseppe Pagano percepisce qualcosa di nuovo, la chiesa come riparo, non necessariamente dettato dalla fede, ma dall’esigenza di un ricovero per sfuggire a un mondo complesso e vorticoso.

Padre, da più parti ci giungono sensazioni di parroci che avvertono una nuova necessità di fede e di ascolto

"Beh, noi siamo in una basilica e abbiamo quindi contatti più sporadici con le persone rispetto a una realtà parrocchiale. Però, ecco, sto notando un bisogno di preghiera".

Un bisogno di raccoglimento?

"Sì, che in fondo è anche il senso stesso della Pasqua".

Ci perdoni: insistiamo su una frase da lei pronunciata che ci ha colpito: ’Bisogno di silenzio’

"Sì, è un concetto sul quale insistiamo anche noi molto. Nella chiesa, nel chiostro. Sono spazi per pregare, per leggere, riflettere. Non per telefonare o fare foto. Sa, mi piacerebbe che questa forma di rispetto si estendesse anche al sagrato, che è un prolungamento della basilica e anche alla piazza".

Battaglia difficile

"Sì, si preferisce sempre il caos che se ci pensa bene è qualcosa di fine a se stesso".

Anche un caos visivo se pensiamo alla deriva social di questi anni

"Esatto, per questo in Santo Spirito siamo esigenti. Non si usano i telefoni. Per chi crede entrae qui è trovare un luogo di preghiera".

E per chi non crede?

"Una sfida. Ecco, io proprio credo che la vera sfida di questa piazza possa essere quella del raccoglimento".

La fede può essere una sfida?

"Certo. E le dirò di più: noi pastori, per primi, dobbiamo restare attenti perché credo che ci sarà presto un ritorno. C’è una frase di Sant’Agostino a cui penso sempre: ’Timeo Dominum transeuntem’, cioè ’Ho il timore che Cristo passi’. E che non ci trovi pronti. Dobbiamo esserlo".

Cosa le fa pensare che ci sarà un ritorno di fede?

"Molte cose. La fede nel cuore dell’uomo in fondo c’è sempre. Negli ultimi anni abbiamo avuto la pandemia, ora ci sono due guerre e tante altre nel mondo di cui non si parla neanche. Le persone stanno comprendendo che l’uomo è capace di autodistruggeri e quindi bisogna aprirsi a qualcuno, cercare".

Cercare cosa?

"Una dimensione diversa. Un po’ come dire: ci siamo accorti che le manifestazioni per invocare la pace servono a poco se quella pace, prima, non la troviamo dentro di noi".

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