REDAZIONE FIRENZE

La notte magica della curva maxischermo

Cori, bandiere, fumogeni: da Campo di Marte a lungarno della Zecca alle Cascine migliaia di tifosi hanno seguito insieme la finale

Hanno iniziato ad affollarsi davanti ai maxischermi che mancavano almeno tre ore al fischio d’inizio a Wembley e a Firenze si boccheggiava ancora per il caldo. Un’unica grande attesa da Campo di Marte a ponte San Niccolò fino alle Cascine. Ma al cuore non si comanda, figuriamoci alla Nazionale di calcio. E quindi teli a terra e via. Tanto più che la finale degli Europei dà via libera in qualche modo alla dilagante, talvolta incontenibile, voglia di normalità. "E’ la prima volta che guardo una finale con questa atmosfera. Dopo un anno di pandemia mi sembra giusto poter viverla tutti insieme. Una grande emozione, non mi aspettavo arrivassimo fino a qui", sottolinea Lapo Frizzi. "Vedere un gruppo eterogeneo di persone riunite per vedere la partita è molto bello – aggiunghe Riccardo Pratelli – A maggior ragione dopo il periodo che abbiamo passato, vedere la voglia di ritrovarsi è una grande emozione". Insomma tutti uniti contro le restrizioni, oltre che contro gli Inglesi. "Poter tornare in un contesto così, a soffrire e gioire insieme è molto bello. L’Italia unisce tutti, e a prescindere da come finirà sarà stata una grande emozione per tutti", chiosa Carlotta Nucci.

Tutti insieme sì ma non così vicini, per favore. Gli organizzatori passano a controllare che il distanziamento venga rispettato, che laddove ci si avvicina – e su un prato, quello delle Cascine, dove alle 19 ci sono almeno 400 persone e prima del fischio d’inizio si salirà sopra i duemila – le mascherine risalgano a coprire bocca e naso.

Poi arriva il momento. Quel momento. L’inno di Mameli, tutti in piedi, cori, fumogeni accesi. E poi giù sui teli per vedere finalmente la partita. Solo che a stendere tutti davvero al suolo bastano due minuti, quelli che servono all’Inghilterra per segnare il primo gol.

Scatta il Silenzio. Totale e irreale in un folla. Piano piano si fa strada qualche timido applauso, qualche incitazione, ma non sembra serata. E invece... Invece arriva, liberatorio, il gol di Bonucci. E il tripudio di fumogeni, di cori, del celebre po-po-po-po. Poi dalla curva Quercione saliranno gli applausi per la conquista dei tempi supplementari e perfino per Chiesa che esce. Niente in confronto all’epilogo di una notte che resterà magica davvero per tutti.

Iacopo Nathan