DON FRANCESCO
Cronaca

La nostra vita non dipende da ciò che si ha

don Francesco

Vermigli

Si dice spesso che i ragazzi dei nostri giorni non hanno valori oppure che non hanno obbiettivi chiari: che navigano, senza una meta. Eppure… sarebbe sufficiente passare con loro un po’ di tempo, per rendersi conto che forse è che non sanno dare un nome ai propri desideri. Vorrebbero alzare la testa. Ma non hanno chi lo insegni o chi lo permetta loro. "Anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede": così si legge nel Vangelo di questa domenica (Luca 12,13-21). A pensarci bene, se c’è una cosa che non fa alzare la testa e desiderare cose belle e grandi, è la sete del denaro. Chi pensa solo ad arricchirsi, è piegato su se stesso, il suo sguardo non si allarga, la sua testa è rivolta in basso: a cercare, sì, ma non quello che davvero conta. Gesù fa un esempio: un uomo si arricchisce, demolisce per costruire più in grande… senza rendersi conto che morirà quella stessa notte. C’è chi accumula tesori sulla terra, come l’uomo della parabola di Gesù… ma la sua sicurezza cade miseramente. E chi accumula tesori presso Dio. Questi uomini sono quelli che alzano la testa e pensano cose grandi per gli altri. I ragazzi di oggi non sanno dare un nome ai propri desideri. Vorrebbero alzare la testa e desiderare e sperare. E cercano chi lo permetta e lo insegni loro. È la responsabilità degli adulti. È la responsabilità delle nostre società. Insegnare che la vita dipende da altro che dalla ricchezza. Ancora prima: testimoniare che la vita è più grande della ricchezza e delle cose che possediamo.